giovedì, settembre 21, 2006

Fermatelo !!!

Siempre se habla de buen juego, de toque y toque, y eso lo hacen muy pocos equipos. Yo tengo costumbre de ver muchos partidos en Brasil, en Argentina, y eso de tocar es muy antiguo y se hace en muy pocos sitios. En Brasil y Argentina, por ejemplo, ya no se hace. Hay que tocar rápido cuando se puede para irse arriba. Pero el toque, toque, toque y toque ya es ex fútbol.

Fabio Capello, in una trasmissione andata in onda su Canal+ ieri in Spagna.


Attualmente giocano questo "ex-futbol" il Barcelona, attuale campione d'Europa, e l'Arsenal, secondo nella scorsa Champions League. Una delle semifinaliste dell'anno passato, il Villarreal, quando gli avversari e la qualità non eccelsa dei suoi mediani non glielo impedivano, ha giocato questo calcio "muy antiguo" (e anche il Milan non mi sembra che sparacchi il pallone). Pochi anni fa, Valencia (col Benitez ante-Liverpool) e soprattutto Deportivo si sono inserite nell'aristocrazia nazionale ed europea attuando questo tipo di manovra. Il Real Madrid di Del Bosque pre-galactico era un'orchestra di violini. Ora, una squadra non di primissima fascia come il Celta, gioca il miglior calcio di Spagna dopo quello del Barça e, che giochi con un atteggiamento più o meno prudente, lo fa sempre palla a terra, con eleganza e (sottolineo) efficacia.
Anche la squadra più forte del Sudamerica, vale a dire il Boca Juniors, sciorina del futbol che non sarà modernissimo (nonostante Capello veda tutto da Panama fino alla Patagonia), ma nelle serate giuste esalta, pur senza somigliare più di tanto a quello della Juve 2004-2006.
Dovrebbe poi comprendere Mister Capello che quello che vuole vedere il pubblico madridista non è un gioco lentissimo e orizzontale come quello degli anni scorsi ( come sembra invece fare intendere nell'intervista), ma un calcio basato sul possesso-palla con accelerazioni negli ultimi 30 metri. Se hai i giocatori giusti e la volontà, lo puoi fare, non raccontiamoci storielle...

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5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Capello lancia messaggi al popolo del Bernabeu. Il suo Real Madrid assomiglierà sempre più alla Juventus 2004-2006 e non sarà un bel vedere. Il problema è che a Torino puoi permetterti di proporre brutto calcio, tanto ci sarà sempre qualche commentatore genuflesso che parlerà di "squadra cinica e solida"; a Madrid invece chiedono di più. E sono d'accordo quando dici che il Real del tanto vituperato Del Bosque, lungi dal proporre calcio-champagne, non era certo peggiore di questo, anzi. I tempi di Butragueno e Santillana sono sempre più lontani...

2:13 PM  
Blogger valentino tola said...

Sottoscrivo. A Madrid e Barcellona bisogna rispettare un'ideologia calcistica che ha fatto la storia di questo club e che merita assoluto rispetto. Capello ha detto cose non vere e anche molto fastidiose per quei tifosi che rappresentano la salvezza del calcio quando fischiano la propria squadra nel momento in cui vedono che gioca male, a volte anche quando sta vincendo.
Io amo il calcio spagnolo perchè c'è un certo gusto per questo tipo di gioco che Capello definisce in maniera ridicola "ex-futbol", e non gradirei che passasse un certo tipo di filosofia che comportasse uno scadimento del tasso tecnico e spoettacolare.
Dice don Fabio che questo gioco di "toque" non si può fare, è antico; io dico che se a centrocampo uno fa impostare Emerson e Diarra è in effetti difficile rendere fluida la manovra...

9:25 PM  
Blogger valentino tola said...

Dimenticavo: il Real Madrid di Del Bosque, prima della deriva "galactica", giocava un calcio magnifico, meno veloce e organizzato se paragonato a quello del Barça attuale, ma che goduria ragazzi !

10:34 PM  
Blogger Carlo Pizzigoni said...

Capello "gestisce" la stampa. La utilizza per volgere tutto a suo favore. Non crede, o crede poco, dà poco valore a quello che dice, secondo me.c'è chi gli chiede un tipo di calcio, e lui fa notare che è un calcio che lui non vede più. Il fatto che sia vero o non vero (cosa assai probabile, sono generalizzazioni che non dicono nulla: "in Argentina e Brasile") è per lui cosa ininfluente.
Poi, per quel che mi riguarda, dire calcio di "toque" non mi pare connotare chiaramente una squadra. Così come riferire di squadra che "gioca in contropiede" come connotazione dispregiativa, salvo poi inneggiare al "bel calcio" della Roma. Insomma, al netto di Capello, io sarei per delineare meglio le caratteristiche di una squadra, evitando frasi fatte oggi purtroppo di gran moda nel giornalismo sportivo

8:46 PM  
Blogger valentino tola said...

Son d'accordo: giocare palla a terra non dice nullla di una squadra. Può essere difensiva o offensiva, giocare in contropiede (che se fatto in un certo modo, può essere davvero spettacolare, come lo è a volte la Roma quando si distende in velocità).
Il punto per me è che questa frase simboleggia chiaramente una tendenza che ultimamente rappresentano certi allenatori, come Capello e Mourinho e che secondo me è deleteria.
L'idea contro cui mi scaglio (per quanto riguarda le squadre con un tasso tecnico almeno sulla carta superiore) è questa: non vale la pena di avanzare palleggiando, perchè si rischia di perdere palloni pericolosi e subire contrattacchi; quindi, tanto vale lanciarla avanti, tenere le posizioni e aspettare che i due-tre giocatori che partecipano alla fase offensiva facciano qualcosa oppure, meglio ancora, che arrivi il gol su una famigerata "palla inattiva".
Questo è ciò che ci hanno fatto vedere in Champions squadre come Juve e Chelsea: io rispetto tutti e il calcio è bello perchè si può vincere in qualunque modo, ma mi chiedo anche cosa succedesse se tutte le squadre aderissero a questa filosofia. Per foruna quello che dice Capello, che questo calcio non si vede più, non è vero: lo dimostrano Barcelona e Arsenal ad esempio che, anche quando sono costretti a coprirsi, non rinunciano mai a giocare la palla.
La chiave, come sempre, risiede a centrocampo: se schieri due giocatori che prima di tutto devono impedire all'avversario di giocare, la pensi come quest'ultimo Capello; se invece pensi a mettere a centrocampo dei giocatori che prima di tutto sappiano creare gioco (pur dovendo assicurare, ci mancherebbe i giusti equilibri), la pensi in un altro modo.
Io, rispettando tutti, sto con l'ultima categoria di allenatori (come la pensano anche Cruijff, pure se ha perso 4-0 con Capello, o Valdano). Per interderci, non mi piace Beckham che fa da quarterback!
Comunque son d'accordo che non sia giusto chiedere proprio a Capello calcio di possesso.
Poi, il fatto che giochi corto o lungo etc. etc., non esaurisce certo il dibattito su una squadra.
Comunque, la tecnica prima di tutto e la costruzione del gioco prima della sua distruzione.

P.S: A luglio pubblicai un post che riportava un articolo di Guardiola dove parlava tra le altre cose, della sua esperienza alla Roma. Dice delle cose interessanti (a parte la pizza) e curiose, pensando anche alle dichiarazioni che ho riportato di Capello.
"Tuve la suerte de ser entrenado por Fabio Capello. Un día nos dijo que en un mundo donde nadie se atreve a tomar decisiones él las toma.Y que eso era lo que mejor sabía hacer. Y las tomaba en función de lo que sentía. De cómo entendía su fútbol. Recuerdo mis primeros días de vida con él. Los equipos italianos, en Europa esos años, no ganaban nada. Eran los españoles (Real Madrid) los que se llevaba la orejuda. Y varias veces. Pues en mis primeros días oía que el entrenador italiano repetía una y otra vez que o se dejaba de lanzar pelotazos y se empezaba a jugar como lo hacían los españoles o nunca más el país de la pizza y hoy de Moggi volvería a ganar nada. Fue en las primeras semanas. Y en las siguientes. Pero no más. ¿Hasta cuándo duró el mensaje? Hasta las primeras derrotas. El lugar donde se ponen a prueba las convicciones. No hay otro. En ese momento, Fabio Capello empezó a tomar decisiones (lo hace como nadie) y a tomarlas como él las siente. Como él siente el fútbol. A la manera que le ha convertido en el entrenador que más ha ganado en Italia. El entrenador vincente. A la italiana. A la que todos conocemos."
Per me esistono ancora modi diversi di vedere e giocare il calcio a seconda, si può scadere nelle semplificazioni, ma si banalizza ancora di più dicendo, come fa Capello, che tutti giocano allo stesso modo.

9:38 PM  

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