lunedì, gennaio 29, 2007

VENTESIMA GIORNATA: ALTRE PARTITE.

Levante-Sevilla 2-4: Kanouté 34' (S); Kerzhakov 55' (S); autorete Tommasi 66' (S); Dehu 68' (L); Reggi 73' (L); Alfaro 76' (S).
Sarà pure che Lopez Caro era troppo prudente, ma suicidarsi in questo modo non pare una bella trovata. Abel Resino, fiducioso il tipo, gioca con la difesa altissima (al centro della quale debutta il giovane José Serrano) e al Sevilla, la squadra più veloce e verticale della Liga, ciò non pare vero. Praterie per Adriano, Kerzhakov e Kanoutè (sempre più capocannoniere, se glielo avessero detto un anno fa si sarebbe messo a ridere), lauto banchetto al quale partecipa anche Tommasi con una stupenda autorete. Non serve la reazione di Dehu e del ripescato Reggi, perchè Alfaro, ennesimo talento della florida cantera sevillista (stesso ruolo e all' incirca stessa corporatura e stesse movenze di Jesus Navas), mette la parola fine. Juande Ramos cambia la coppia centrale di centrocampo: un po' logori Poulsen-Renato, dentro Martì-Maresca (proprio quando Enzo stava cominciando a dare qualche segno d' insofferenza per le troppe panchine).

Nàstic-Espanyol 4-0: Portillo 9'; Campano, rig. 18'; Pinilla 27'; César Navas 43'.
La grande sorpresa della giornata. Un primo tempo memorabile, lezione di calcio con quattro gol tutti in un colpo, spazza via un Espanyol allibito e distratto in difesa. Nel Nàstic ha funzionato tutto quello che finora era mancato: difesa concentrata (dove Calvo, ottimo giocatore, si è già inserito benissimo), centrocampo perfetto con un grande Generelo, Campano addirittura leggendario sulla destra (guardatevi il filmato, ne vale la pena), Portillo finalmente all' altezza dopo il deludentissimo girone d' andata. Rispetto al "trivote" sterile e di solo contenimento visto nelle partite con Atlético e Barça, Paco Flores è tornato al 4-2-3-1 inserendo fra le linee il veterano Pinilla, giocatore non estrosissimo ma di notevole intelligenza tattica, assetto sicuramente più logico e che finalmente non ha costretto Portillo all' isolamento. La salvezza resta un miraggio, ma il Nou Estadi si è goduto finalmente una gran bella serata di "futbol".

Betis-Valencia 2-1: Villa 9' (V); Robert 14' (B); Robert, rig. 68'.
Il Valencia interrompe la sua serie positiva contro un Betis che merita la vittoria per la tenacia, la grinta e lo spirito di sacrificio spesi in quantità industriali. Pare che lo scalmanato Luis Fernandez, uno spettacolo in panchina, sia riuscito a forgiare a sua immagine e somiglianza questo Betis guerriero. Chi in campo interpreta meglio di tutti questo sentimento è Robert, operaio del gol, brasiliano esteticamente inguardabile ma che alla fine arriva sempre allo scopo: si fa largo a spallate e non si assenta al momento del dunque.
Il Valencia al solito, vive di fiammate, di imboscate di una pericolosità senza eguali nella Liga (il gol dello 0-1 è veleno puro: Vogel esita sulla sua trequarti, Villa ruba palla, tre tocchi e dritti in rete) ma si limita a questo, siamo alle solite. La sensazione è che gli ospiti si adagino un po' troppo e attendano fiduciosi il gol decisivo (magari fabbricato dal solito, inarrivabile Guaje Villa), Albelda invece la fa grossa commettendo un fallo di rara goffaggine per un giocatore della sua esperienza. Joaquin, il grande ex, resta in panchina per un tempo francamente inaccettabile, e il suo contributo all' improduttivo assedio finale non può che essere marginale.

Getafe-Osasuna 2-0: Güiza 27'; Güiza 44'.
Vola il Getafe, trascinato da un Guiza in stato di grazia, per il quale comincia a profilarsi la possibilità della nazionale (non so quanto sia adatto, voglio vederlo meglio). Devastante in campo aperto e freddissimo davanti al portiere avversario, due gol che esemplificano al meglio questi suoi pregi. Magnifica prestazione di Alexis in difesa, Casquero e Vivar Dorado a centrocampo sono i portabandiera del futbol de toque di Schuster (fenomenale il passaggio smarcante di Vivar per il secondo gol di Guiza).

Mallorca-Recreativo Huelva 2-1: Ballesteros 38' (M); Nunes 45' (M); Juanma 49' (R).
Finalmente il Mallorca torna all' agognata vittoria casalinga, chiudendo i conti in un ottimo primo tempo, grande spinta sulle fasce, Ibagaza ispirato e Maxi Lopez al solito super-generoso. Oltre al gol, ottima prestazione di Nunes, va sottolineato perchè il centrale portoghese è tipo serio che di partite ne sbaglia poche. Recre, tendenzialmente letale fuori casa, assai sottotono: assente Cazorla, Viqueira viene limitato e Uche non è ispirato.

Real Sociedad-Athletic Bilbao 0-2: Iraola 11'; Iraola 68'.
Derby giudicato non esaltante dagli osservatori, per la Real Sociedad la fine arriva quando Xabi Prieto, uno dei migliori specialisti in assoluto della Liga, sbaglia un rigore sullo 0-1. Solitamente guarda il portiere fino all' ultimo e cerca di spiazzarlo, stavolta tira senza indugi, a mezz' altezza e trova un ottimo Aranzubia. Mané elogia la tenuta difensiva dei suoi, che hanno spinto molto sulla fascia e hanno trovato in Iraola un grande protagonista. E' un giocatore che mi piace da tempo, da terzino destro lo ritenevo inspiegabilmente ignorato dalla nazionale; ha qualità, dinamismo e intelligenza tali da consentirgli di giocare in più ruoli, non solo lungo la fascia ma anche da centrocampista centrale, come ha fatto ieri e come fa spesso da quando Orbaiz si è infortunato. I suoi due go0l non sono casuali e dimostrano una scelta di tempo negli inserimenti degna di un consumato incursore.

Zaragoza-Deportivo 1-1: Taborda 20' (D); Diego Milito, rig. 78' (Z).
Non vanno granchè bene le cose attualmente al Zaragoza. Imbrigliato nel primo tempo dal diabolico piano difensivo di Caparros, nel secondo tempo si deve arrendere alla sfortuna e ai miracoli di Aouate, che resiste in maniera prodigiosa all' incessante bombardamento dei padroni di casa. Victor Fernandez cambia nel secondo tempo, toglie un Piqué in diffioltà a centrocampo, passa al rombo e inserisce D' Alessandro, inizialmente punito con la panchina per le scarsissimo rendimento fornito ultimamente. Il Cabezon dimostra di aver imparato la lezione, cambia la partita, trascina i suoi e coglie due pali, ma una decina di tiri in porta non bastano per ottenere la vittoria.


CLASSIFICA
1 Barcelona 42
2 Sevilla 41
3 Real Madrid 38
4 Valencia 36
5 Atlético 36
6 Zaragoza 32
7 Getafe 32
8 Recreativo 30
9 Villarreal 29
10 Osasuna 26
11 Espanyol 26
12 Racing 26
13 Mallorca 23
14 Deportivo 23
15 Athletic 22
16 Betis 21
17 Celta 21
18 Levante 19
19 R. Sociedad 13
20 Gimnàstic 12


CLASSIFICA CANNONIERI
1 Kanouté 16
2 Ronaldinho 13
3 Diego Milito 13
4 Villa 10
5 Van Nistelrooy 10

Etichette:

VENTESIMA GIORNATA: Barcelona-Celta 3-1: Saviola (B); Nené, rig. (C); Ronaldinho, rig. (B); Giuly (B).

L’ arbitro Delgado Ferreira apre la strada al Barça assegnando un rigore su Van Bronckhorst che in realtà era fuori area. Ronaldinho segna e il gol di Giuly in contropiede diventa così un fatto abbastanza prevedibile, dato lo sbilanciamento finale del Celta. Barça che ha dovuto chiedere aiuto all’ arbitro per risolvere una partita che dopo l’ 1-0 sembrava francamente sigillata. Il problema vero, quello di andare in vantaggio, era stato risolto dal solito Saviola alla prima occasione seria creata. Blaugrana che, a corto di accelerazioni negli ultimi metri (e qui è fin troppo facile pensare agli assenti camerunesi), se la prendono con calma e pazienza, davanti a un Celta che preferisce ripiegare piuttosto che aggredire subito i centrocampisti del Barça: piccoli passi, piccoli tocchi, in attesa del momento giusto, cioè del cross perfetto di Van Bronckhorst che trova il Conejo libero di colpire di testa nell’ area piccola.
Da lì in poi pare chiusa, si tratta solo di far girare il pallone e attendere gli eventi, il pane del Barça, che infatti esegue il compito in maniera corretta (grazie anche alla tenerezza del Celta), almeno fino a quando Oleguer e Van Bronckhorst non trovano niente di meglio da fare che regalare un rigore agli ospiti: il rigore in sè è dubbio (comunque non completamente inesistente come quello successivo del 2-1 di Ronaldinho), ma ciò non toglie che intervenire così in area di rigore resti un’ assoluta imprudenza. Dopo il gol di Nené, Rijkaard immette Giuly, Saviola sbaglia due gol da mangiarsi le mani e infine scatta la polemica che ha segnato l’ incontro.
Comunque, una prestazione non spettacolare ma tutto sommato buona del Barça, che fa pensare che il peggio di inizio 2007 sia passato. Tatticamente i pezzi del puzzle stanno tornando tutti al loro posto, poi riavremo anche il futebol bailado, magari in coincidenza col ritorno di Messi ed Eto’o. Nell’ attesa, Iniesta finta ala destra con Xavi e Deco mezzeali sembra al momento la soluzione migliore per dare al tempo stesso maggior controllo del gioco ed imprevedibilità, Giuly meglio a partita in corso per “matare” l’ avversario.

I MIGLIORI: Iniesta, ovvio. Le uniche accelerazioni sono le sue e si infila nel cuore delle difesa avversarie con grande facilità, bravissimo anche a proporre tagli senza palla insidiosissimi. Bene sia nel tridente che da mezzala quando entra Giuly. Saviola implacabile, anche se stavolta fallisce due occasioni abbastanza grosse, soprattutto quella sul tiro-cross di Giuly, anche se è arrivato disturbato all’ impatto col pallone. Il Conejo partecipa poco al gioco di squadra, molto meno di quanto vorrebbe Rijkaard, ma tenerlo fuori ora è impossibile. Però chi ancora una volta è determinante è Valdes, parata non perfetta ma provvidenziale sul destro di Nunez quando si era sul 2-1.
Non mi è dispiaciuto Edmilson, molto più preciso e pulito nel contrastare il gioco avversario rispetto al fallosissimo Motta (anche se la macchinosità palla al piede rimane un problema). Stupendo il cross di Van Bronckhorst per l’ 1-0, decisivo inoltre nel procurarsi il rigore dello scandalo, fin troppo stolto però nel regalare il rigore al Celta in combutta con Oleguer.
Il meglio del fiacco Celta lo troviamo nel completo Angel e nel comandante Oubina. Nené, a parte il rigore, si assenta fin troppo, suo risaputo difetto. Incisivo l’ ingresso di Nunez, sarebbe gol se non ci fosse Valdes.
I PEGGIORI: Male il centro-sinistra della difesa del Celta: Placente è inesistente in tutte e due le fasi, Lequi (proprio assieme a Placente) si dimentica Saviola sull’ 1-0, e poi si becca pure un espulsione per doppia ammonizione nel convulso finale. Canobbio spento, Baiano, siamo alle solite, è troppo solo, può al massimo fare da boa, però non è neanche precisissimo quando ha palle interessanti.
Deco e soprattutto Ronaldinho (raggiunge la sufficienza per la freddezza dimostrata sul calcio di rigore) giocano sottoritmo, è così dall’ inizio dell’ anno, perché sono due giocatori fra i più importanti, spremuti già dalla stagione scorsa, meno allenati e quindi indietro con la condizione.

AZIONI SALIENTI

Barcelona (4-3-3): Valdes 7; Zambrotta 6, Puyol 6,5, Oleguer 5,5, Van Bronckhorst 6,5; Xavi 6, Edmilson 6,5 (dal 69’ Giuly 6,5), Deco 6; Iniesta 7 (dal 91’ Motta s.v.), Saviola 6,5 (dall’ 82’ Gudjohnsen s.v.), Ronaldinho 6.
In panchina: Jorquera, Belletti, Ezquerro.
Celta (4-2-3-1): Pinto 6,5; Angel 6,5, Tamas 6, Lequi 5,5, Placente 5; Oubina 6,5, Pablo Garcia 5,5; Gustavo Lopez 5,5 (dal 71’ Núñez 6,5), Canobbio 5,5 (dal 65’ Guayre 5 ), Nené 6 (dall’ 82’ Jonathan Aspas s.v.); Baiano 5,5.
In panchina: Esteban, Yago, De Ridder, Jonathan Vila.

Gol: Saviola 33’ (B); Nené, rig. 66’ (C); Ronaldinho, rig. 77’ (B); Giuly 85’ (B).
Arbitro: Delgado Ferreira. Ammoniti: Tamas, Placente, Pablo Garcia, Baiano per il Celta; Saviola per il Barça. Espulso: Lequi per doppia ammonizione.

Etichette: , ,

domenica, gennaio 28, 2007

VENTESIMA GIORNATA: Villarreal-Real Madrid 1-0: Marcos.

Marcos Garcia Barreno, 19 anni, uno degli ultimi talenti di una cantera ultimamente fra le più prolifiche in Spagna, regala una vittoria strameritata a un Villarreal che ha avuto il merito di saper andare oltre ai suoi attuali limiti strutturali, grazie a gioco, concentrazione e volontà. Il Real Madrid torna nei suoi ranghi, stavolta lo conferma anche il risultato. Prestazione merengue desolante: la squadra è probabilmente più equilibrata la difesa soffre un po’ meno rispetto alle ben note esibizioni dei primi mesi, però una volta subito il gol rimane solo la povertà della proposta calcistica di Capello.
Svaniti gli effetti del placebo Gago-Higuain, il Madrid fa una fatica tremenda non solo a segnare (3 gol nelle 6 partite giocate finora in questo inizio 2007), ma anche a creare delle palle gol pulite, provviste di una loro logica interna (non si possono definire tali i palloni caduti fra i piedi di Robinho e Higuain poi puntualmente sciupati). Gli esterni Robinho e Reyes, piede inverso alla fascia di competenza e scelte quasi sempre deplorevoli, riducono ai minimi termini il gioco sulle fasce, i collegamenti fra centrocampo e attacco sono instabili (ancora di più quando Higuain non vede palla come ieri), finisce che l’ attaccante più pericoloso, e non è solo storia di ieri, diventa il grande Sergio Ramos.
Funziona così: se segna per primo, in qualunque modo lo faccia, il Real Madrid gestisce e non ha problemi, se invece va in svantaggio non sa più che fare. E’ un giochino antipatico, ed è sacrosanto che certe vittorie “ciniche” vengano compensate da punizioni solenni come quella di ieri. Ieri a dire il vero sembrava che il Villarreal, già spuntato di suo, avesse perso slancio e col passare dei minuti cresceva il timore del golletto rubacchiato, ma la verticale Matias Fernandez-Marcos ha fatto giustizia. E poi la panchina madridista suona come un atto di accusa: ieri ma anche a Maiorca e in coppa col Betis, il giocatore più offensivo a disposizione di Capello era l’ esterno destro del Real Madrid C Nieto. Se idee ce n’ erano già poche in campo, era ancor più difficile cambiare le cose dalla panchina, e bisognava riflettere un po’ di più su questo prima di far giustizia sommaria con Ronaldo. In sostanza ciò che tiene in piedi questa squadra sono solo le esitazioni del Barça.
Il Villarreal sin dal primo minuto ha avuto l’ ammirevole intenzione di fare la partita, come piace a Pellegrini: si è impadronito del centrocampo e del possesso-palla con Senna e Josico, in continua crescita e sempre in anticipo sulle respinte della difesa madridista, e ha manovrato con precisione ed armonia, andando a sbattere però contro il suo limite principale, vale a dire una sterilità insostenibile. Controlla il gioco ma il massimo che ottiene (a parte l’ occasione divorata a porta vuota da Matias Fernandez) è una serie infinita di calci d’ angolo, ed è anzi relativamente più pericoloso il Real Madrid nel primo tempo. I problemi sono esattamente gli stessi che ho analizzato nella partita col Sevilla: l’ assetto con Forlan unica punta senza inserimenti dei centrocampisti toglie sbocchi e soffoca la fase offensiva; la fascia destra rimane inesistente, anche perché quando Cani crea qualcosa lo fa sempre e solo accentrandosi, ma fortunatamente dall’ altra parte Marcos offre qualche soluzione in più scattando alle spalle dei difensori, e in generale tutta la fascia sinistra è stata rivitalizzata non solo da Marcos ma anche da José Enrique, terzino in grado di coprire tutta la fascia finalmente titolare in pianta stabile al posto di Arruabarrena.
Pellegrini torna a vedere più vicina la zona-coppe, sta ritrovando le basi del suo gioco a centrocampo (già dalle partite meno fortunate con Valencia e Sevilla), ma il problema offensivo rimane e qualcosa andrà tentato, aggiungendo magari un'altra punta a Forlan (ieri esordio di Tomasson) e facendo partire Matias Fernandez da una delle due fasce. E poi vedremo che succederà con Riquelme…

I MIGLIORI: La grande serata di Marcos. Lanciato quest’ anno da Pellegrini, già apprezzato nel girone d’ andata (era in ballo per il post sulle rivelazioni), ieri si è fatto conoscere dal grande pubblico. Una boccata d’ aria fresca, un giocatore che, deo gratias, dà profondità sulla fascia al Villarreal, spigliato nell’ uno contro uno, rapido e sempre pronto a rubare il tempo alle spalle dei difensori avversari, come fa mirabilmente nell’ occasione del gol, ma anche in un’ azione in cui prova a sorprendere Casillas sul primo palo.
Senna padrone del centrocampo, legge il gioco da mestro ed è un approdo sempre sicuro per i compagni. Altra partita perfetta di Cygan, e a questo punto devo cominciare a preoccuparmi. Encomiabile prestazione di José Enrique, grande quantità, una manna dal cielo per Pellegrini che con lui ha almeno un terzino che spinge. Matias Fernandez non mi era piaciuto fino a quel momento, anche un gol clamoroso divorato, ma entra da protagonista nell’ azione del gol con il suo passaggio no-look per Marcos. Son convinto che il cileno, col necessario adattamento, trionferà, perché è uno di quei giocatori che prima ancora di ricevere il pallone hanno già elaborato l’ azione successiva, e questo nel calcio odierno è fondamentale. C’ è stato qualche malinteso coi compagni, ma è un giocatore che in generale cerca sempre di cambiare ritmo e di verticalizzare, ha le idee chiarissime sulla filosofia con cui va affrontato questo bel gioco.
Il miglior madridista è stato forse Sergio Ramos, energia inesuribile, sputa sempre sangue in campo. Preoccupante che risulti l’ attaccante pericoloso. Non è da meno Casillas, addirittura incredibile nell’ occasione poi fallita a porta vuota da Mati Fernandez: prima sventa il dribbling di Forlan, poi rintuzza anche la respinta di Cani, prima che la palla finisca sul sinistro dello sciupone cileno. Diarra è uno dei meno peggio del Madrid, in progresso da quando gli hanno affiancato Gago.
I PEGGIORI: Reyes e Robinho (ennesimo tiraccio fuori misura per il brasiliano, da fucilazione) sono attualmente due palle al piede per il Madrid, Higuain non tocca palla (tranne nell’ occasione sciupata che conferma il suo scarso feeling col gol), Van Nistelrooy neanche la vede, vittima prediletta da mesi dell’ anti-calcio di Capello, ancora di più quando ha limitato il suo raggio d’ azione col passare degli anni. Gli offro il mio sostegno morale. Male Gago, poco lucido. Helguera, fin lì su buoni livelli, rimane a metà strada sul gol, indeciso se fare il fuorigioco o seguire l’ azione.

Le azioni salienti del match

Villarreal (4-4-1-1): Viera 6; Josemi 6, Fuentes 6,5, Cygan 7, J. Enrique 7; Cani 6,5 (87'), Senna 7, Josico 6,5, Marcos 7,5; Matías F. 6,5 (74'); Forlán 6 (83').
In panchina: Barbosa, Q. Álvarez, Arruabarrena, Bruno, Tacchinardi s.v. (87'), G. Franco s.v. (74'), Tomasson s.v. (83').
Real Madrid (4-4-2): Casillas 7; Ramos 7, Helguera 5,5, Cannavaro 6, Torres 6; Reyes 5,5 (65'), Diarra 6,5, Gago 5,5 (80'), Robinho 5; Higuaín 5, V. Nistelrooy 5.
In panchina: D. López, Salgado, R. Bravo, Pavón, Mejía, De la Red 5,5 (65'), Nieto s.v. (80').

Goles: 1-0 (67'): Marcos cruza el balón ante Casillas tras un gran pase de Matías Fernández al hueco.
Árbitro: Clos Gómez, del Colegio Aragonés. Amonestó a Sergio Ramos (34'), José Enrique (82'), a Cani (83') y a Senna (90'+).
Incidencias: El Madrigal. Casi lleno, 22.000 espectadores. Terreno de juego en perfectas condiciones. Frío intenso. A punto de llegar al final del encuentro se registró un incidente entre las aficiones de ambos equipos, que se lanzaron diversos objetos.

Etichette: , ,

VENTESIMA GIORNATA: Atlético Madrid-Racing 1-1: Zigic (R); Pablo (A).

Sui siti di "As" ed "El Pais" sono presenti a partire da questa giornata i filmati con le azioni salienti delle partite, ai quali vi rimando con un link.

Al Vicente Calderon è la solita tortura, però stavolta più che il piattume colchonero preferisco sottolineare la serietà del Racing. Umile, bruttino la sua parte, ma di certo una delle squadre tatticamente più indigeste di questo campionato: pressing, aiuti e raddoppi costanti. Ordine e semplicità, nessuna alzata di genio sia chiaro, l’ unico a fare scintille è il buon Munitis, che se trova un partner come Zigic giustifica pienamente la posizione di metà classifica dei soldatini di Portugal. Il gol è un esempio lampante dell’ intesa che i due hanno raggiunto: stavolta è Munitis a fare da boa al limite dell’ area, mette giù un gran pallone, lo fa filtrare con una sorta di mini-rovesciata che filtra al centro della difesa rojiblanca e mette Zigic in condizione di infilare Cuéllar sotto la traversa.
Proprio il confronto fra le due coppie d’ attacco può essere una possibile chiave di lettura di quest’ incontro: se Zigic e Munitis si completano alla perfezione, Torres e Aguero in realtà non sono ancora una coppia vera e propria. Un duo, lo dice il verbo, dovrebbe duettare, ma è molto raro vedere combinazioni fra i due talenti dell’ Atlético, a memoria ricordo il gol del Kun in trasferta contro il Celta dopo galoppata di Torres, oggi un velo di Torres a favorire l’ argentino e poi nient’ altro. Sulla carta questa sarebbe una delle coppie d’ attacco più forti del calcio europeo, ma al momento resta solo una somma astratta di grandissimi potenziali individuali. Un po’ è Torres che ha la tendenza a fare confusione e a voler risolvere le cose sempre da solo, un po’ è Aguero che deve compiere sensibili progressi tattici quando non si trova già il pallone tra i piedi.
Comunque, il gol di Pablo, subito dopo il vantaggio di Zigic, salva capra e cavoli: pareggio ottenuto di testa su calcio piazzato, l’ unico modo in cui l’ Atlético, gambeta (la versione argentina del dribbling) di Aguero a parte, poteva uscire dal suo desolante non-gioco orizzontale.
Da notare in chiusura un cambio tattico che sta proponendo spesso negli ultimi tempi Aguirre: nel corso della partita, toglie un centrocampista (in genere Maniche) e inserisce Mista, passando dal 4-4-2 al 4-3-1-2, con Luccin vertice basso, Mista trequartista, Jurado mezzala sul centro-sinistra e Gabi che sul centro-destra sostituisce un esterno puro come Galletti. Nel finale questo assetto ha aumentato un po’ la pressione in zona centrale, ma è più un discorso di cuore che di gioco. Tale soluzione può essere interessante solo se aumentano sensibilmente la quantità e la qualità della spinta dei terzini, sennò diventa solo un imbuto, come ben sa Ancelotti.

I MIGLIORI: Munitis il fattore destabilizzante. Fa grande movimento alle spalle di Zigic, svaria su tutte e due le fasce, facendo pesare oltre gli inganni del suo baricentro basso tutta l’ esperienza acquisita nel gestire certe situazioni. Nell’ occasione dell’ assist per Zigic poi fa una cosa magnifica. Zigic buca Cuéllar, anche se nelle altre occasioni coi piedi non fa cose straordinarie. Ovviamente il serbo mette giù i suoi buoni palloni di testa, anche se il Racing ha il merito di non cercarlo in maniera troppo ossessiva: su tutti i calci piazzati è d’ obbligo il lancio verso l’ area, ma per il resto gli ospiti cercano di non buttare via il pallone, pur non traboccando di qualità. Al consueto generoso e sempre indaffarato Colsa, l’ ex della partita (molto deludente nella sua esperienza all’ Atlético), diligente Oriol, centrale e destro naturale adattato da qualche partita sulla fascia sinistra.
Le cose migliori nell’ Atlético le fa Aguero: non riesce ad arrivare in maniera pulita al tiro (tranne in un’ occasione in cui stacca di testa in maniera impressionante, svettando addirittura su Rubén, ma la palla finisce a lato), ma l’ abilità che possiede nel districarsi in spazi stretti ce l’ hanno pochini su questo affollato pianeta.
I PEGGIORI: Torres non combina proprio nulla, è una di quelle serate in cui non riesce a incidere, raramente trova un lato buono in cui affondare perché il Racing è organizzatissimo e i raddoppi scattano sempre.


Atlético(4-4-2): Pichu 6; Seitaridis 5,5, Pablo 6,5, Zé Castro 5,5, A. López 5,5; Galletti 5,5 (61'), Luccin 6, Maniche 5,5 (73'), Jurado 6; Torres 5, Agüero 6,5.
In panchina: Roberto, Valera, Perea, Pernía, Costinha, Gabi 6 (61'), Mista 6 (73')
Racing (4-4-1-1): Toño 6; Pinillos 6, Rubén 6,5, Garay 6,5, Oriol 6,5; Scaloni 6, Vitolo 6,5, Colsa 7 (77'), Serrano 6 (87'); Munitis 7, Zigic 7 (93'+).
In panchina: Calatayud, Cristian, C. Álvarez, A. Tomás s.v. (87'), Momo, Balboa s.v. (77'), Juanjo s.v. (93'+)

Goles: 0-1 (74'): Zigic fusila a placer a Pichu desde el punto de penalti, tras un fantástico pase de espaldas de Munitis; 1-1 (76'): Pablo peina una falta lanzada desde la izquierda por Jurado y el balón pasa entre las piernas de Rubén.
Árbitro: Ramírez Domínguez, del Colegio Andaluz. Amonestó a Pinillos (25'), Galletti (30'), Colsa (35'), Luccin (65'), Vitolo (70'), Seitaridis (82') y Zé Castro (86').
Incidencias: Vicente Calderón. 40.000 espectadores.

Etichette: , ,

sabato, gennaio 27, 2007

Ronaldo e dintorni.

Non mi piace generalmente intervenire su fatti già ampiamente spolpati da giornali e televisioni, però non posso esimermi dal dire la mia sulla cessione di Ronaldo al Milan, se non altro per il rispetto che merita un campione simile, che non si può certo liquidare in due frasi o anche ignorare del tutto come un Beckham qualsiasi.
In agosto, all' interno di una più generale critica a un mercato del Real Madrid superficiale e assai poco riformatore, avevo criticato la mancata cessione di Ronaldo. In un' analisi costi/benefici, la classe e il fiuto del gol del Fenomeno mi sembrava non potessero più compensare la sua staticità in campo e i comportamenti individualisti all' interno dello spogliatoio (ancora di più quando l' allenatore pensa al bene della squadra e lo mette in panchina), quindi la cessione, in presenza di buone offerte dall' estero e di fronte all' urgente necessità di rivitalizzare e ringiovanire una rosa di ex-galacticos, mi sembrava la scelta più logica.
Quindi dovrei approvare ora la cessione al Milan? Non proprio, i tempi, i modi e le circostanze non mi son sembrate le più azzeccate. Ronaldo aveva perso non tutti ma qualcuno dei suoi chili, ha giocato poco e quando lo ha fatto non è certo stato fra i peggiori, vedi le partite con Athletic Bilbao, Dinamo Kiyv e Sevilla. Restava viva nelle difese avversarie una certa soggezione al momento di affrontarlo.
Comunque, dopo il disastro del Riazor, l' improvviso furore rivoluzionario di Capello (sì, quello della "Diga", quello che senza Cannavaro, Emerson, Roberto Carlos e Raul non andava da nessuna parte) ha travolto anche lui oltre a Cassano e Beckham. Inutile dire che c' era bisogno di qualche capro espiatorio, e il Ronaldo che al Riazor aveva giocato appena una mezz' oretta con la congiuntivite e a frittata già fatta ha fatto al caso giusto. Dall' oggi al domani, tu non sei più mio figlio!...trovati un altro tetto!, e intanto il Milan se lo aggiudica per 6-8 milioni di euro quando in estate ne offriva 15 e al Real Madrid resta fra campionato e Champions una sola prima punta in organico, ovvero il 31enne Van Nistelrooy.
Non so come Ronaldo andrà al Milan, non so cosa ne farà Milan Lab, la compatibilità con Gilardino mi sembra certamente problematica (qualche anno fa Ronaldo poteva andare a prendersi il pallone a metacampo, ora non credo che abbia intenzione di fare il "cameriere" a nessuno, gioca da fermo e chiede solo la palla buona, al massimo al limite dell' area), ma quest' operazione resta l' ennesima dimostrazione di come la dirigenza madridista tenda ad usare poco il cervello e ad agire sin troppo sulla base di stati d' animo del momento.

In attesa di un riepilogo completo a fine mese, altre operazioni di mercato interessanti son state concluse. Il Villarreal ha preso Tomasson (già convocato per la sfida di stasera col Real Madrid, a differenza di Riquelme: Pellegrini, Roig, Roman, trovate un accordo vi prego!), atto dovuto perchè l' equivoco Forlan durava da troppo e anche la voce "gol segnati" cominciava a rifletterlo in maniera eloquente. Affidare esclusivamente all' uruguaiano (viste le caratteristiche di José Mari, l' infortunio di un Nihat che peraltro stava dando pochino e l' ormai evidente impresentabilità di Guille Franco) la responsabilità del gol è un grosso azzardo, perchè movimento, velocità e abilità abbondano ma fiuto e freddezza, beh, lasciamo perdere... (la Scarpa d' Oro 2004-2005 è stata un fuoco di paglia, successo ottenuto in una squadra che giocava alla grande e con un Riquelme divino, dove tutto insomma girava bene, un po' come capita quest' anno a Kanouté, un altro non proprio noto per il suo killer instinct).
Tomasson, reduce da un infortunio piuttosto lungo allo Stoccarda, è uno che la porta la vede benissimo, senza particolari qualità che risaltino ma con un' intelligenza e una versatilità che lo rendono capace di giocare con qualsiasi tipo di partner e di farsi trovare quasi sempre nel posto giusto al momento giusto. In questo lo accomuno un po' a Henrik Larsson, anche se "Henke" vive su un altro pianeta.
L' Atlético Madrid invece acquista Fabiano Eller, uno degli interpreti migliori nell' Internacional fresco campione del mondo. Un centrale mancino dallo stile pulito e dall' ottimo posizionamento, evidentemente non molto addentro alla realtà calcistica spagnola se nelle sue prime dichiarazioni ha dichiarato di essere venuto per vincere il campionato...
Scherzi a parte, il suo ingaggio dota Aguirre di quattro centrali di ottimo livello come lui, Zé Castro, Perea e Pablo, cosa che consiglierebbe quasi una difesa a tre (dove Perea per caratteristiche si troverebbe meglio di tutti), se non fosse che esterni in grado di coprire tutta la fascia e al tempo stesso con la qualità per arrivare sul fondo non ce ne sono. Da Seitaridis, Valera, Pernia e Antonio Lopez al massimo qualche sovrapposizione e qualche cross più o meno riuscito, tutto qui.
Intanto, l' Atlético pensa già alla prossima stagione con l' acquisto del 18enne attaccante brasiliano, dicono promettentissimo, Diego da Silva Costa, che nei prossimi mesi rimarrà in Portogallo parcheggiato allo Sporting Braga. Si lavora anche per l' esterno sinistro ivoriano, a me molto gradito, Kanga Akalé, ma l' Auxerre nicchia. Comunque io comincerei già a cercare per la prossima stagione un centrocampista di qualità (alla Xabi Alonso-Gago) in vista di una crescita qualitativa assolutamente imprescindibile per assestarsi ai piani alti (e per non costringere, una buona volta, Torres e Aguero alla sopravvivenza in condizioni estreme).

Etichette: , , ,

venerdì, gennaio 26, 2007

(Alcune) Rivelazioni del girone d' andata.

Claudio Bravo (Real Sociedad): Paperaccia con l’ Osasuna a parte, il portiere cileno si sta rivelando una delle poche note positive di questa Real Sociedad raccogliticcia, dopo aver tolto il posto allo svampito Riesgo. Grandi riflessi, agilità sbalorditiva che gli ha consentito più di una volta di levare palloni destinati all’ incrocio.

Carlos Diogo (Zaragoza): Rivelazione per modo di dire, bastava dargli fiducia e farlo giocare. Una forza della natura “Diogoman”, in ogni sua azione sembra che debba salvare il mondo da solo, ora con esaltanti cavalcate solitarie ora con tackles spericolati, e non importa se ogni tanto non si fa proprio trovare nella posizione più corretta. Autentico trascinatore in alcune partite, come quella del Camp Nou e la vittoria col Sevilla.
Alexis (Getafe): Assieme a Piqué è il centrale spagnolo del futuro. Finalmente un difensore che difende, e di questi tempi, credetemi, la mia non è una tautologia. Inappuntabile sotto tutti gli aspetti: reattivo, concentrato, fortissimo nell’ anticipo, rapido (anche se non velocissimo sulle lunghe distanze) e difficile da superare nell’ uno contro uno, una garanzia nel gioco aereo non solo nella sua ma anche nell’ area avversaria quando va a staccare sui calci piazzati. Compone, con l’ ottimo Belenguer e Pato Abbondanzieri fra i pali, un gran bel triangolo difensivo in questo Getafe che grazie alla perfetta organizzazione di gioco è risultato la squadra meno battuta del girone d’ andata. Destinato molto probabilmente al Valencia.
Zé Castro (Atlético Madrid): Prelevato dall’ Academica de Coimbra, il suo ruolo sembrava doversi limitare a quello di primo rincalzo per la coppia storica Pablo-Perea, ma infortuni e contrattempi vari dell’ uno e dell’ altro gli hanno consegnato un posto da titolare dal quale ora è assai difficile che si schiodi. Centrale abbastanza completo, slanciato e agile, sta migliorando anche nel gioco aereo e rispetto a Pablo e Perea imposta meglio il gioco dalla difesa, grazie a un lancio interessante col destro, del quale però talvolta abusa.
Miguel Torres (Real Madrid): L’ ultimo grido, lanciato da Capello contro il Zaragoza (dopo aver già giocato in Coppa del Re contro Ecija e Betis), ha sorpreso tutti per la naturalezza e la personalità con cui si è calato nella parte. A destra come a sinistra, dove lo metti sta, copre, spinge e, senza avere certo tecnica da fenomeno (da Marcelo per intenderci), crossa benone anche col sinistro che non è certo il suo piede prediletto. Presto per dare giudizi definitivi, vediamo se dura.

Santiago Cazorla (Recreativo Huelva): E’ stato forse il più continuo fra i talenti del Recre rivelazione, quattro assist al suo attivo. Mina vagante, parte dalla fascia destra ma spessissimo taglia verso il centro per sfruttare la conclusione da fuori. Folletto agilissimo, rapido e molto tecnico, il fatto di essere praticamente ambidestro (destro naturale, ma finta e rientra talmente tante volte che gli avversari ci capiscono pochino) lo rende ancora più imprevedibile. Grande rimpianto del Villarreal: Pellegrini lo vedeva poco, anche se i ruoli sono diversi era difficile che lo potesse schierare in presenza di Riquelme, e l’ arrivo di Cani poi gli ha chiuso ogni spazio. Santi comunque non ha tardato a vendicarsi con la sua ex-squadra, ed è stato proprio lui l’ autore del gol che alla seconda giornata ha permesso al Recre di espugnare il Madrigal.
Javi Martinez (Athletic Bilbao): A diciotto anni è ancora un progetto di campione, fra un paio di stagioni se tutto va per il meglio potremmo avere il centrocampista spagnolo più completo. Personalità, qualità e forza fisica, si sacrifica volentieri anche in copertura, può sembrare lento ma ha una falcata difficile da contenere sulla lunga distanza (Manuel Pablo ne sa qualcosa). Piedi buoni (si veda il gol all’ Atlético Madrid), inserimenti e gioco aereo, sulla carta non gli manca nulla.
Emilio Viqueira (Recreativo Huelva): Bello di tanto in tanto trovare perle di questo tipo fuori dai principali circuiti mediatici. Arrivato tardissimo al grande calcio (Deportivo B per tanti anni, Campomaiorense in Portogallo, di nuovo Deportivo B, Xerez e poi Recreativo col quale disputa la prima stagione in Primera della sua carriera nel 2002-2003, retrocessione ma scampoli di grande qualità per il gallego), a 32 anni suonati si sta affermando fra i migliori centrocampisti della Liga in assoluto. Tipico fenomeno di provincia, difficile quindi da pensare in altri contesti, gioca con calma stupefacente, come se si trovasse in spiaggia con gli amici, sempre con quel tocco di classe che lo distingue dagli altri. Grande protezione dalla sfera, geniali rifiniture (contende a Ronaldinho e a Riquelme il primato dei passaggi smarcanti, contando anche quelli che non si tramutano in gol), destro sensiblissimo anche sui calci piazzati, come ben sa il Bernabeu. Mago!
Jankovic (Mallorca): Grande acquisto, capocannoniere di un Mallorca che fa molta fatica a segnare. Cinque (4 dei quali da fuori area, primatista assoluto della specialità in questo girone d’ andata) dei 16 gol totali della squadra isolana portano la sua firma e al contempo il serbo guida la classifica degli assist-man maiorchini con 2 assist. Esterno abilissimo negli inserimenti, dinamico e aggressivo, può giocare su tutte e due le fasce, meglio forse a sinistra da dove può accentrarsi per esplodere il suo destro.

Nikola Zigic (Racing Santander): Il giocatore ovviamente era già abbastanza noto, ma l’ impatto è andato anche oltre le migliori aspettative. Ogni squadra che affronta il Racing ha il problema di come neutralizzare i due metri e due del serbo, che oltre ad essere altissimo colpisce pure bene di testa (a differenza ad esempio di Crouch che in rapporto all’ altezza è forse il giocatore più scarso di testa che abbia mai visto). I compagni lo cercano con giustificata insistenza (con i Colsa, Antonio Tomas, Vitolo e Scaloni non è che si possa elaborare più di tanto il gioco a centrocampo, e il Racing infatti risulta essere la squadra che in media, 19 minuti a partita, ha tenuto meno il pallone in tutto il girone d’ andata), lui li ha ripagati finora con 5 gol e 4 assist (anche coi piedi non va male), oltre che numerosi falli preziosi guadagnati per manifesta immarcabilità.
Ikechukwu Uche (Recreativo Huelva): Ventitre anni, nigeriano, potenziale fenomeno. Sei gol per lui finora (alcuni dei quali, come quello all’ Osasuna o quello al Bernabeu, parlano da soli) , ma bisogna anche considerare che ha iniziato la stagione in ritardo per via di un infortunio. Velocissimo (non quanto Eto’o, ma in maniera comunque insostenibile per la maggioranza dei difensori), dotato di grande tecnica e di un estro intituivo che rifulge specialmente nei dribbling, delle volte può fare ammattire per il suo individualismo o per scelte non proprio logiche. Capocannoniere dello scorso torneo di Segunda Division, prima di questa Liga si era parlato per lui sia di Villarreal (secondo alcuni tutti i giocatori dati in prestito o ceduti quest’ estate dal Villarreal al Recre, i vari Cazorla, Lopez Vallejo e Cesar Arzo, avrebbero come contropartita un diritto di prelazione su Uche) che di Deportivo, ma le grandi non stanno certo a guardare.


ALTRI TIZI

Ezequiel Garay (Racing Santander): Ventenne difensore centrale argentino, campione mondiale Under 20 nel 2005 (anche se fece soprattutto la riserva ai centrali titolari Cabral e Paletta), acquistato dal Racing nel gennaio scorso, si è conquistato la titolarità nel corso di questa Liga, sorprendendo per la personalità non comune. Dotato di un destro calibratissimo che gli permette stupendi lanci a lunga gittata e che lo rende pericoloso sui calci piazzati, ha già segnato 4 gol (e fornito due assist), vicecannoniere del Racing dietro a Zigic, tre su calcio di rigore e uno con un calcio di punizione pennellato nientemeno che al Bernabeu.

Moisés Hurtado (Espanyol): Il suo definitivo insediamento fra i titolari (emarginati Ito e Fredson, scavalcato il deludente Eduardo Costa, ha approfittato pure degli spiacevoli contrattempi extra-calcistici di Jonatas) è coinciso con il netto cambio di rotta dell’ Espanyol. Unico centrocampista difensivo (ruolo definitivo dopo che l’ anno scorso aveva esordito giocando anche da difensore centrale e terzino destro), sobrio, si vede pochissimo, ma se l’ Espanyol gioca con De la Pena, Riera, Rufete, Luis Garcia e Tamudo contemporaneamente e al tempo stesso si mantiene solido lui qualche merito ce lo dovrà avere.
Javad Nekounam (Osasuna): Acquisto mirato, il nazionale iraniano ha già conquistato ampi consensi in una critica inizialmente scettica. Si alterna a centrocampo con Punal e Raul Garcia, giocatore tatticamente importante, già un punto di riferimento per i compagni, ha senso della posizione, difende bene il pallone e gioca sempre in maniera intelligente commettendo pochi errori.
Felix Ettien (Levante): Esterno destro ivoriano dalle doti atletiche portentose, sicuramente cresciuto rispetto al giocatore terribilmente pasticcione visto alla sua prima esperienza in Liga nel 2004-2005. Esplosivo e velocissimo, strapotente nei contrasti, non è raro che i difensori gli si debbano aggrappare per provare a contenerlo. Anche se resta un giocatore più da spazi ampi che da serpentine, sa pure estrarre qualche giocata di classe dal suo repertorio, come l’ elastico.
Antonio Puerta (Sevilla): Giocatore in continua crescita, esterno sinistro che abbina facilità di corsa e qualità tecnica, diligenza tattica e abilità nel dribbling (certi suoi slalom son notevoli). Il fatto poi che possa adattarsi senza problemi al ruolo di terzino sinistro non solo gli permette di ritagliarsi quasi sempre uno spazio fra i titolari (nonostante sulla carta non lo sia) nel suo club, ma lo rende una pedina interessantissima anche in chiave nazionale, che avrebbe assoluto bisogno di terzini di qualità bravi a spingere.

Sergio Garcia (Zaragoza): Se vedesse anche la porta sarebbe la seconda punta ideale, finora ben 6 assist ma la miseria di un solo gol, spesso manca di freddezza e lucidità . Grande mobilità e vivacità, questa, a 24 anni, è la stagione della definitiva maturazione, dopo il passaggio al Levante (al Barça era impresa ardua trovare spazio, Rijkaard gli aveva concesso qualche scampolo solo in situazioni di emergenza) e la scorsa annata più che altro di ambientamento alla Romareda. Ha rubato il posto a uno spentissimo Ewerthon, difficile però che possa entrare nel giro della nazionale.

Etichette: ,

giovedì, gennaio 25, 2007

RECUPERO QUINDICESIMA GIORNATA: Betis-Barcelona 1-1: Robert (Be); Marquez (Ba).

Per il Barça un punticino che vale il primo posto al termine del girone d’ andata, qualche progresso sul piano dell’ organizzazione e una reazione non brillante ma decisa dopo lo svantaggio, ma resta al tempo stesso la sensazione che un avversario di maggior livello rispetto a questo Betis avrebbe potuto approfittare in maniera più pesante dei problemi blaugrana.

Due clamorose disattenzioni sui calci piazzati (quella sul gol di Robert e quella che allo scadere avrebbe fruttato la beffa se solo Dani avesse inquadrato la porta), molte palle perse e interventi spesso in ritardo a centrocampo (sull’ “intensità” degli allenamenti blaugrana è curiosa quest’ intervista a Galeone, scemenze sull’ Espanyol a parte), ma complessivamente c’è stato un equilibrio accettabile fra i reparti e al di là di alcuni episodi la difesa ha sofferto relativamente, aiutata peraltro dai tanti palloni buttati al vento dal Betis.
Più preoccupante è risultata piuttosto la prevedibilità degli attacchi blaugrana: gli avversari conoscono fino alla noia le linee di passaggio del Barça e puntualmente le annullano. Diagonale Marquez-Ronaldinho, male eseguita oppure innocua; diagonale Ronaldinho-Giuly, neutralizzata; passaggio verticale di Motta per la sponda di un attaccante e il conseguente inserimento sulla trequarti di uno fra Deco e Iniesta, facilmente intercettato dal Betis quando non è l’ imprecisione di Motta o la pigrizia di Saviola (micidiale se ha la palla buona, ma tremendamente passivo in tutte le altre situazioni) a compromettere in partenza l’ intento.
Di fronte a questi problemi, una comoda via d’ uscita per chi come il Barça se lo può permettere sarebbe quella di affidarsi in toto agli uno contro uno dei solisti, ma Saviola sonnecchia, Giuly è sicuramente più abile senza palla e Ronaldinho gioca come sempre da fermo, mentre a centrocampo Deco va a corrente alternata e Iniesta si limita ad una amministrazione molto ordinaria. Ovvio che i ritorni di Eto’o e Messi miglioreranno di molto le cose, ma fino ad allora (e per Eto’o c’è ancora un po’ di tempo, dato che molto probabilmente salterà l’ andata col Liverpool in Champions) bisogna fare con quello che si ha, e ieri le uniche note interessanti sono arrivate solo quando, con l’ entrata di Xavi, Iniesta è stato spostato sulla destra del tridente, posizione dalla quale ha creato maggior scompiglio nella difesa del Betis e ha trovato più facilmente le triangolazioni e gli inserimanti giusti.
Per quanto riguarda il Betis, il punto dà morale ma non smuove dal terz’ ultimo posto, e mi ha comunque lasciato un’ impressione piuttosto modesta. In queste sue prime uscite sulla panchina verdiblanca, Luis Fernandez ha mescolato le carte in continuazione (Sobis sulla destra è strepitosamente fuori ruolo, per quanto si impegni e per quanto il talento possa splendere nelle situazioni più svariate), in cerca dell’ undici migliore (tanti cambi non solo di uomini, alternanza fra 4-2-3-1 e 4-1-4-1) e di una scossa che in quanto allenatore di notissima esuberanza l’ ambiente si aspetta da lui. Tantissima grinta, lotta su ogni pallone, difesa attenta, ma anche tanta mediocrità e improvvisazione quando si tratta di rigiocare il pallone, e credo che questo fattore debba risultare assai più preoccupante, perché pareggi scialbi come quello ottenuto in casa col Racing domenica avranno sicuramente un peso molto maggiore alla fine della stagione rispetto a exploit episodici contro grandi squadre come il Barça ieri o come, chissà, il Valencia domenica prossima.

I MIGLIORI: Tutta la difesa del Betis è attenta nell’ intercettare i tentativi del Barça (alla fine se la cava anche il gaffeur Fernando Vega), ma il migliore è Melli, provvidenziale in alcune diagonali dalla destra verso il centro, nel primo tempo sventa un inserimento di Saviola e nel secondo fa lo stesso con Gudjohnsen. Melli è un difensore a mio avviso non meno promettente di un Albiol, solo che renderebbe ancora di più da centrale (ruolo nel quale ha giocato nell’ Under 21 proprio in coppia con Albiol) invece che da terzino destro.
Rigenerato già da fine 2006, gli ultimi sgoccioli di Irureta, Assunçao è tornato titolare fisso e quindi pericolo pubblico numero uno sui calci piazzati: da un suo calcio d’ angolo nasce l’ azione del gol e anche quella che potrebbe sfruttare allo scadere il 2-1 di Dani. Ora poi calcia di collo, colpendo la valvola, le punizioni dalla grandissima distanza, un po’ come fa Juninho: inquietante una da circa 40 metri col pallone che va a zig zag e per fortuna di Valdes finisce fuori di poco.
Grezzo ma sempre utile Robert, operaio dell’ attacco cui dà il cambio un Dani in gran spolvero, rapissimo nel condurre alcuni contropiedi che hanno la sfortuna di essere poco assecondati da un Betis ormai tutto rintanato nella sua metacampo. Certo che la palla buona per il 2-1 gli sarebbe anche capitata, ma sinceramente non si è capito neanche come l’ ha presa.
Dopo i disastri di inizio anno e la panchina col Nàstic, Marquez si prende una rivincita, non solo segnando un gol classico nel suo repertorio (anticipo sul primo palo su calcio d’ angolo), ma con una crescita notevole e interventi sempre più autorevoli nel secondo tempo. Anche Puyol è uno dei migliori.
Iniesta gioca molto male finchè fa la mezzala, perdendo anche qualche pallone in più del suo solito, ma quando va sulla destra dell’ attacco il Barça, grazie anche all’ ingresso di Xavi, guadagna in qualità. Da destra Iniesta si muove su tutta la trequarti, e crea qualche problema di marcatura alle difese avversarie, come dimostrano anche alcuni gol da lui segnati quest’ anno. Proprio da una delle combinazioni innescate da Iniesta e da una sovrapposizione di Oleguer nasce l’ azione forse più pericolosa del Barça, conclusa però malissimo da Gudjohnsen. Non sarebbe male se Rijkaard riproponesse Iniesta in questa posizione anche nelle prossime partite: il Barça così controlla meglio il campo (si veda anche il primo tempo con l’ Atlético) e toglie punti di riferimento all’ avversario, mentre Giuly potrebbe essere utilizzato a partita in corso nel caso si aprissero spazi favorevoli.
I PEGGIORI: Saviola è sottotono, Gudjohnsen però fa l’effetto di una gazzosa annacquata. Ha poco tempo e lo sfrutta nel peggiore dei modi. Paga in maniera evidente la sua mancanza di istinto assassino quando impatta debolmente un cross perfetto di Oleguer (!) dalla destra, sciupa un' occasione favorevolissima con un controllo da cani che dà il tempo di rientrare a tutta la difesa del Betis e infine ciabatta in maniera incredibile, dopo regolare stop, un cross che lo trova liberissimo sulla sinistra dell’ area di rigore bética. Ronaldinho pessimo, una delle sue partite peggiori quest’ anno: gioca in posizione centrale (soluzione anche questa in teoria interessante per variare il copione e creare superiorità numerica sulla trequarti), ma si fa quasi sempre sopraffare dal ritmo avversario e se anche qualche cosa in partenza gli riesce bene non resiste ai successivi recuperi. Perde troppi palloni. Motta si becca il suo solito cartellino giallo in una posizione in cui, lo ripeto per l’ ennesima volta, mi convince assai poco.


Betis (4-2-3-1): Doblas 6; Melli 7, Juanito 6,5, Nano 6,5, F. Vega 6; Arzu 6 (70'), Assunçao 6,5; Sobis 6, Capi 6 (58') Fernando 6; Robert 6,5 (65').
In panchina: Contreras, Vogel, M. Ángel s.v. (70'), Rivera 6 (58'), Dani 6,5 (65'), Maldonado, Xisco.
Barcelona (4-3-3):Valdés 6; Oleguer 6, Márquez 7, Puyol 6,5, Gio 6; Iniesta 6,5, Motta 5,5, Deco 6; Giuly 6 (69'), Saviola 5,5 (61'), Ronaldinho 5.
In panchina: Jorquera, Thuram, Sylvinho, Motta, Xavi 6 (69'), Gudjohnsen 4,5 (61'), Ezquerro.

Goles: 1-0 (37'): Robert, de cabeza tras una asistencia de Sobis; 1-1 (61'): Márquez cabecea un córner desde la derecha.
Árbitro: Undiano Mallenco (Colegio Navarro). Amonestó a Motta (31'), Deco (40'), Gio (44'), Robert (46'+), Márquez (51') y Vega (74').
Incidencias: Ruiz de Lopera. Casi lleno: unos 45.000 espectadores. Noche fría. Campo en buenas condiciones.

Etichette: , ,

lunedì, gennaio 22, 2007

DICIANNOVESIMA GIORNATA: ALTRE PARTITE

Deportivo-Espanyol 0-0

Levante-Athletic Bilbao 0-0

Getafe-Celta 1-0: Manu del Moral 1'.

Zaragoza-Recreativo 0-0

Betis-Racing 1-1: Garay, rig. 84' (R); Xisco 86' (B).

Atlético Madrid-Osasuna 1-0 (giocata sabato): Zé Castro 83'.

Real Sociedad-Valencia 0-1: Villa 28'.


In questa giornata di Liga si son segnati la bellezza di 9 gol, diventa difficile non arrossire. Comunque, una giornata di così scarso raccolto ha aperto scenari incredibilmente appassionanti in testa alla classifica, con Sevilla, Barça e Real Madrid primi a pari punti (anche se mercoledì c'è il recupero del Barça), Valencia addirittura a -2 e Atlético ancor più sorprendentemente a -3.
Occorre però fare dei distinguo: il Sevilla è in netto calo e non credo lotterà sino alla fine, la situazione del Real Madrid va ancora chiarita e il Valencia finirà sicuramente per pagare il suo calcio moralmente miserabile contro qualche squadra di bassa classifica (anche ieri, gol di Villa e poi non si gioca più, con la Real Sociedad che può recriminare per una traversa di Savio, autore di un' ottimo esordio. Esordio anche per gli altri due nuovi acquisti donostiarra, gli argentini Victor Lopez in difesa e German Herrera in attacco).
A presentare poi l' Atlético come un candidato serio al titolo diventa difficile trattenere le risate, basta andarsi a vedere una qualunque delle strazianti partite casalinghe dei colchoneros (anche quella di sabato va bene, una robaccia immonda con quattro espulsi per l' Osasuna e serie difficoltà a mettere tre passaggi di fila per entrambe le squadre. Osasuna che deve rammaricarsi per il suo atteggiamento fin troppo rinunciatario che ha dato coraggio a un Atlético in cui solo Aguero e in parte Jurado hanno regalato calcio di qualità). Ergo, tutto o quasi dipende sempre dal Barça.
Esordio con brodino per il nuovo tecnico del Levante Abel Resino, frenata non molto gradita per il Zaragoza contro un Recre privo del suo faro Viqueira. Cavoli amari per Fernando Vazquez e il suo Celta.



CLASSIFICA

1 Barcelona 38 (una partita in meno)
2 Sevilla 38
3 Real Madrid 38
4 Valencia 36
5 Atlético 35
6 Zaragoza 31
7 Recreativo 30
8 Getafe 29
9 Osasuna 26
10 Espanyol 26
11 Villarreal 26
12 Racing 25
13 Deportivo 22
14 Celta 21
15 Mallorca 20
16 Athletic 19
17 Levante 19
18 Betis 17 (una partita in meno)
19 R. Sociedad 13
20 Gimnàstic 9



CLASSIFICA CANNONIERI

1 Kanouté 15
2 Diego Milito 12
3 Ronaldinho 12
4 Van Nistelrooy 10
5 Villa 9

Etichette:

DICIANNOVESIMA GIORNATA: Mallorca-Real Madrid 0-1: Reyes.

Proprio il peggiore in campo fino a quel momento, Reyes, pennella una meravigliosa punizione all’ incrocio e regala tre punti pesantissimi al Real Madrid, che mantiene il passo del Barça e raggiunge pure il Sevilla in testa alla classifica a quota 38. Il mancino andaluso decide una partita che sembrava chiaramente destinata allo 0-0, dato che dopo una spettacolare fase iniziale ci si era ormai assestati su una situazione di chiaro equilibrio caratterizzata da una accesa battaglia a centrocampo. Il gioco è stato piuttosto modesto, ma pare chiaro che il Real Madrid dei Gago e Torres gioca con ben altro spirito e intensità rispetto a quello di Emerson e compagnia brutta.
Manzano come logico conferma la mezza rivoluzione che gli ha consentito di vincere nientepopodimenoche a Siviglia: dal 4-4-2 a un più coperto 4-2-3-1, Ramis al centro della difesa ha ormai scavlcato il grezzissimo Ballesteros (era ora), doble pivote Basinas-Jordi Lopez, Maxi Lopez unica punta con Ibagaza a sostegno, Varela avanzato a centrocampo per blindare meglio la fascia destra, Jonas Gutiérrez spostato a sinistra, con le discutibili panchine per Arango, forse il miglior giocatore della squadra e Jankovic, una delle rivelazioni dell’ intera Liga.
I padroni di casa partono davvero alle grande: giocano con le linee alte e annichiliscono col pressing il Madrid, sfogandosi con ripartenze veloci e spettacolari imperniate sulla genialità di Ibagaza e sul fenomenale lavoro di boa di Maxi Lopez, tanto immarcabile spalle alla porta e potente nelle sue galoppate quanto approssimativo nelle conclusioni. Nei primi minuti Ibagaza lo smarca sontuosamente, avrebbe tutto lo spazio per avanzare ed entrare in area, ma decide inspiegabilmente di tirare subito addosso a Casillas.
Il Madrid accusa il predominio maiorchino, ma non manca di rendersi pericoloso prima con uno scatto sul filo del fuorigioco di Higuain che controlla un lancio da par suo e conclude altrettanto da par suo, cioè con scarsa freddezza, poi con un colpo di testa di Sergio Ramos sulla traversa e con una prolungata azione nell’ area avversaria dove tutti se la passano ma nessuno tira. Passati la ventina di minuti diminuiscono le emozioni e il match si stabilizza, col secondo tempo che ufficializza il calo di ritmo dei padroni di casa, che del resto erano partiti a mille all’ ora, e il controllo, seppure molto timido e sterile, del gioco che passa nelle mani del Madrid. Merengues che non corrono più pericoli in difesa, anche perché sui cross dalle fasce del Mallorca raramente qualcuno va a fare compagnia a Maxi Lopez in area, inconvenienti che delle volte può presentare il 4-2-3-1.
Manzano si gioca maluccio i suoi cambi, in senso eccessivamente conservatore: toglie Ibagaza che sì era calato ma rimaneva in ogni caso il grimaldello imprescindibile dell’ attacco maiorchino, inserendo Arango al suo posto e non in luogo di uno fra Jonas e Varela, così come sono forse un po’ troppo tardivi gli ingressi di Jankovic e della seconda punta Victor. Ma non si può rimproverare più di tanto il tecnico isolano, che aveva preso gusto al pareggio e per il quale la prodezza da fermo (l’ unico modo in cui onestamente poteva ormai segnare una delle due squadre) di Reyes è giunta come un fulmine a ciel sereno.

I MIGLIORI: Prestazione perfetta di Torres, pienamente giustificata la fiducia concessagli da Capello. Visto nel Castilla devo dire che mi era sembrato uno dei tanti, ma ieri ha meravigliato per personalità e completezza. Parte a sinistra, come lo ha impiegato Michel più volte quest’ anno nel Castilla, e nonostante sia destro naturale mette dentro un paio di cross perfetti anche col piede meno gradito. Nel secondo tempo, dopo l’ uscita per infortunio di Sergio Ramos, passa a destra e gioca con eguale disinvoltura. Attento nelle chiusure e veloce nei recuperi, puntuale ed efficace nelle sovrapposizioni, Capello stravede per lui.
Ancora una volta importante Gago, ieri meno lucido e brillante in regia ma è sempre presente in mezzo al campo (molto più di un Diarra pessimo nel primo tempo e un po’ meglio nel secondo) ed utilissimo in interdizione. Reyes non aveva combinato nulla, anzi era stato più che altro dannoso, ma il tabellino parla chiaro. Ottima prestazione di Helguera al centro della difesa (meglio di Cannavaro), attento ed elegante.
Sarà andato pure male nel manicomio-Atlético, ma vedere Ibagaza resta sempre un piacere. Tocco di palla delizioso, gioca di prima in maniera a dir poco geniale. Cala nel secondo tempo, ma ciò non giustifica minimamente la sua sostituzione. Ho già parlato delle due facce di Maxi Lopez: è uno degli attaccanti che in assoluto lavora di più per la squadra in tutta la Liga, e questo ne pregiudica la lucidità in zona gol, dove sparacchia in malo modo.
I PEGGIORI: Un disastro Robinho: svanita da tempo la magia, corre a vuoto come il peggiore dei gregari (comunque non gli si può rimproverare un aiuto costante in fase di non possesso) e per la poca tranquillità sbaglia controlli da dilettante. Fa sempre la cosa sbagliata, e comne sempre è sciatto nei tiri in porta. Io stravedo per lui, lo ritengo esiliato sulla fascia sinistra del centrocampo (diverso sarebbe se giocasse in un tridente come Ronaldinho), il suo ruolo è quello di seconda punta.


Mallorca (4-2-3-1): Moyá 6; Héctor 6,5, Ramis 6, Nunes 6,5, Navarro 6; Basinas 6,5, Jordi 6 (85');Varela 6,5 (80'), Ibagaza 7 (71'), Jonás 6; Maxi López 6,5.
In panchina: Prats, Dorado, Jankovic (80')s.c. Arango (71'), Tuni, Víctor (85')s.c. Kome.
Madrid (4-4-2): Casillas 6; Ramos 6,5 (59'), Helguera 6,5, Cannavaro 6, Torres 7; Reyes 6,5, Diarra 6, Gago 6,5, Robinho 4,5 ; Higuaín 6 (86'), V. Nistelrooy 6.
In panchina: D. López, Pavón, Mejía, R. Bravo 6 (59'), Salgado, De la Red s.v. (86'), Nieto.

Gol: 0-1 (77'): Falta a favor del Madrid en la frontal del área, Reyes se encarga de botarla con la pierna izquierda y marca por la escuadra.
Árbitro: Fernández Borbalán, del Colegio Andaluz. Amonestó a Ibagaza (24'), Sergio Ramos (43'), Basinas (66') y Diarra (66').
Incidencias: Ono Estadi. Casi lleno. 20.000 espectadores. Terreno de juego en buenas condiciones. Se repartieron miles de banderas con la imagen del estadio impresa a la entrada del campo.

Etichette: , ,

DICIANNOVESIMA GIORNATA: Barcelona-Nàstic 3-0: Saviola; Giuly; Iniesta.

Non date retta al risultato gonfiato (i tre punti del resto erano la premessa minima), è stato un Barça scialbo assai. C’ era da aspettarselo, la condizione atletica e psicologica non invitava a prestazioni roboanti, a maggior ragione nella più classica delle partite-trappola contro l’ ultima in classifica. C’ era da verificare se il ripassino tattico settimanale di Rijkaard ai suoi giocatori su certi concetti tattici un po' dimenticati (e i cambi attuati in difesa: Oleguer terzino destro al posto dello sciagurato Belletti, Zambrotta a sinistra e Thuram accanto a Puyol, al posto di un Marquez disastroso in questo inizio 2007) avesse potuto ristabilire un po’ di equilibrio, ma l’ avversario era davvero troppa poca cosa per costituire un test serio, nonostante il maggior impegno e la maggior concentrazione mostrati dai blaugrana nel curare la fase di riconquista del pallone, soprattutto da Oleguer e dall’ utilissimo picchiatore Deco.
Paco Flores col trivote Generelo-Morales-Abel Buades soffoca i creatori di gioco di un Barça lentissimo e a corto di idee, le cui serie di passaggi si spengono assai presto, però così facendo Portillo resta solissimo davanti (a parte l’ assai sporadico appoggio che gli fornisce Cuéllar) e buona volontà e possesso-palla servono a poco se al primo attacco serio del Barça la difesa sale in ritardo e tiene in gioco Saviola per l’ 1-0. La partita prosegue così, Barça che cerca più che altro di non fare errori, qualche accenno di fischio dal pubblico, Nàstic che vorrebbe ma non può, un po’ di vitamine da Iniesta, il golletto di Giuly e sigillo finale proprio di Iniesta. Mercoledì il recupero col Betis.

I MIGLIORI: Alla prima palla che tocca Saviola fa gol, alla seconda prende una traversa (anche se l’ arbitro aveva segnalato fallo). Momento d’ oro.
Ottimo Oleguer, la dimostrazione migliore di come l’ intelligenza possa mascherare lacune tecniche anche pesanti. Ho invocato il suo ritorno sulla fascia destra, e nonostante la scarsa attendibilità dell’ avversario, qualche effetto benefico si è già intravisto. Una volta persa palla in attacco a differenza di Belletti “Ulaghè” (così la pronuncia catalana) si trovava quasi sempre nella posizione giusta per favorire il recupero il pallone, stringendo al centro e aiutando la mezzala nel raddoppio sulla trequarti. Nonostante non sia il suo forte, è stato addirittura fra i migliori nella fase offensiva (e il segnale, in un’ altra lettura, può essere anche considerato preoccupante), anche qui intelligentissimo nello scegliere i momenti migliori per avanzare palla al piede quando centrocampisti e attaccanti erano marcati, soluzione adottata anche da Puyol in alcune occasioni e del resto necessaria quando il contesto tattico è così bloccato. La partita era già in discesa e il voto può essere per questo esagerato, ma Iniesta ha cambiato passo al centrocampo e ha regalato grandi sprazzi. Il suo gol poi si può definire ormai un gol “alla Iniesta”, visto che ne ha già segnati un paio in fotocopia quest’ anno, ad esempio con Mallorca e Levski.
Era al suo esordio, come l’ altro nuovo acquisto César Navas (che è andato peggio), ma l' argentino Calvo ha fatto un’ ottima figura. Nel Boca era molto più abituato ad attaccare, qui ha dovuto adattarsi a una parita esclusivamente difensiva su Ronaldinho, cavandosela benissimo. Finchè il Dentone ha agito sulla sua fascia, non è mai andato via, e anzi nel primo tempo Calvo gli ha sottratto un pallone a metacampo che avrebbe potuto risultare determinante se solo il contropiede che ne è seguito fosse stato sfruttato meglio. Buona prestazione del poco appariscente Morales.
I PEGGIORI: Edmilson lentissimo, bersaglio privilegiato del pressing, il Nàstic è bravissimo a non lasciargli mai disponibili le diagonali per le sue classiche aperture di 40 metri verso le fasce.
Deprimente Portillo, ad agosto l’ avevo messo davanti a un bivio, direi che ha imboccato ormai una strada ben precisa. Sbavature che costano caro quelle della difesa del Nàstic, sul primo come sul terzo gol.


Barcelona (4-3-3): Valdés; Oleguer 7, Thuram 6 (83'), Puyol 6,5, Zambrotta 6; Xavi 6, Edmilson 5,5, Deco 6 (57'); Giuly 6,5, Saviola 7 (65'), Ronaldinho 6,5.
In panchina: Jorquera, Belletti, Márquez s.v. (83'), Gio, Motta, Iniesta 7 (57'), Gudjohnsen 6,5 (65').
Nàstic (4-5-1): Bizzarri 6; Calvo 7, Navas 5,5, Matellán 6, Mingo 6; Cuéllar 6 (66'), Morales 6,5, Generelo 6 (57'), Buades 6,5, Juan 5 (66'); Portillo 4,5.
In panchina: Álvaro, Llera, D. García, Campano 6,5 (66'), Merino 5,5 (57'), Pinilla 5 (66'), R. Castro.

Goles: 1-0 (18'): Saviola recibe de Oleguer, controla de derecha y marca de zurda; 2-0 (68'): Giuly, de volea tras un rechace de Bizzarri; 3-0 (81'): Iniesta, de zurda tras un despeje de Bizzarri.
Árbitro: Rubinos Pérez (Colegio Madrileño). Amonestó a Mingo (13'), Deco (23') y Portillo (58'). Incidencias: Camp Nou. Tres cuartos de entrada: 74.343 espectad.

Etichette: , ,

domenica, gennaio 21, 2007

DICIANNOVESIMA GIORNATA: Villarreal-Sevilla 0-0

Brutta partita, senz’ anima. Tanta corsa, tanto pressing, tanti falli, poco tempo e spazio per ragionare. Il Sevilla non ci pensa su due volte e salta a piè pari Poulsen e Renato con lanci senza alcun senso. In nettissimo calo gli andalusi, un po’ più vogliosi e incisivi nel secondo tempo ma sempre troppo legati alle iniziative solitarie di Daniel Alves e alla boa Kanouté, che più che altro approfitta delle saltuarie disattenzioni della difesa del Villarreal, come quando il maliano spara a lato una palla d’ oro fornitagli da un erroraccio di Fuentes.
Il Villarreal rimane più fedele al suo stile e, soprattutto nel primo tempo, elabora maggiormente l’ azione a centrocampo, con Senna e Josico vincitori sugli spenti Poulsen e Renato (non sorprende che il calo generale del Sevilla coincida col calo dei suoi motori a centrocampo). Però l’ azione ristagna e i padroni di casa creano pochi pericoli, per via di una certa precipitazione e imprecisione nell’ ultimo passaggio (certo che Riquelme farebbe comodo… i giocatori lo hanno fatto capire alla società, specialmente Forlan, il più penalizzato visto che si smarca tanto ma palloni buoni sulla corsa gliene arrivano pochi) e soprattutto del solito problema di un gioco sulle fasce pressoché inesistente.
Sono costretto a ripetermi per l’ ennesima volta: se sulle fasce schieri dei trequartisti o comunque giocatori che amano portare palla ed accentrarsi, devi avere per forza dei terzini che spingono come ossessi a compensarli, ma al Villarreal questi mancano clamorosamente, ed è un problema che già esisteva l’ anno scorso quando il Submarino meravigliava l’ Europa intera .
Ieri problema più grave sulla destra con Cani, trequartista e pure sbiadito, e lo zoppicante Josemi, piuttosto che sulla sinistra dove agivano Marcos, esterno di ruolo, e José Enrique, sicuramente più offensivo rispetto ad Arruabarrena. Però quando non hai il contropiede a favore e non puoi lanciare Forlan nelle sue amate praterie (due occasioni buone per lui nel primo tempo: nella prima ritarda il controllo oltre misura, nella seconda incrocia il sinistro ma non sorprende Palop), non puoi pensare di entrare tutte le volte in porta con triangolazioni nello spazio di qualche centimetro appena. Non solo gioco asfittico, ma anche un Forlan privo di assistenza: tanti movimenti intelligenti da parte dell’ uruguaiano, ad allargare e ad allungare la difesa sivigliana, ma nessuno che raccogliesse i frutti di questo suo lavoro con inserimenti appropriati.
Qui entra in scena anche un Matias Fernandez non ancora a suo agio, per gli ovvi problemi di ambientamento che affronta chi dal Sudamerica arriva in una squadra per giunta in crisi. Tocca pochissimi palloni e si fa notare solo in occasione di una delle sue classiche punizioni, finita di poco a lato. Il cileno deve trovare ancora la posizione giusta per entrare nel vivo del gioco: ieri, così come nella trasferta di Bilbao (nell’ esordio col Valencia, con Guille Franco disponibile, Fernandez aveva invece giocato da finto esterno sinistro in un 4-4-2), ha giocato alle spalle dell’ unica punta Forlan, mentre nel Colo Colo era il trequartista che nel 3-4-1-2 di Borghi giostrava alle spalle delle punte Suazo e Alexis Sanchez. Questa differenza si è notata chiaramente nelle occasioni in cui Mati veniva a prendere palla a centrocampo e accentuava l’ isolamento di Forlan, e sinceramente fossi stato Pellegrini avrei gettato prima nella mischia l’ elettrico Jonathan, unico attaccante rimasto in panchina (ricordiamo il peso degli infortuni su questa stagione negativa del Villarreal: ieri erano assenti sia Guille Franco che José Mari, Nihat è fuori fino alla fine della stagione, e lo stesso vale per Pires e un fuoriclasse della difesa come Gonzalo Rodriguez).

I MIGLIORI: Forse non ci crederete, ma Cygan ha fatto una grande partita. Senza sbavature, senza le consuete gaffes, è anzi lui a mettere una pezza provvidenziale quando il neo-entrato Quique Alvarez liscia e spalanca la porta a Kanouté. Senna è l’ anima di un centrocampo padrone della situazione specialmente nel primo tempo, anche se le scarse alternative offensive del Villarreal non permettono di tradurre in risultati tangibili questo predominio. L’ ispano-brasiliano, in assenza di Riquelme, è l’ unico che nel Villarreal apporta quella che in Spagna chiamano pausa, un concetto abbastanza più complesso del semplice significato letterale, intendendosi con ciò la capacità di controllare i tempi del gioco, di non affrettare le giocate e di scegliere infine la soluzione più appropriata. Costante ed efficace in interdizione, le poche verticalizzazioni buone vengono da lui, come quella che nel primo tempo smarca Forlan per il sinistro incrociato dell’ uruguaiano.
Le poche cose decenti del Sevilla vengono nel secondo tempo, quando Daniel Alves comincia ad agire a tuttocampo e a improvvisarsi regista e quando Kanouté tiene su qualche pallone in più mettendo una certa pressione alla difesa villarrealense (fantastico allo scadere un aggancio in piena area di rigore con cui il maliano doma uno di quei lanci solitamente poco commestibili, venendo però anticipato al momento della conclusione).
I PEGGIORI: Ha una grande chance con la squalifica di cinque giornate a Luis Fabiano dopo la rissa con Diogo, ma Chevanton la sta sfruttando malissimo, ancora non entrato nei meccanismi del Sevilla, sconta forse l’ infortunio che lo ha fermato ad inizio stagione. Nel primo tempo onestamente non gli arrivano palloni decenti, son tutti pelotazos, ma neanche nella seconda parte, quando la sua squadra fa qualcosa di più, ha modo di farsi apprezzare. Anche Duda è parecchio indietro col lavoro: già è un giocatore secondo me normalissimo (a parte le magiche traiettorie col sinistro), però lo si nota piuttosto appesantito, tiene troppo palla e si fa recuperare facilmente dagli avversari. Ciabatta pure un destraccio alto.
Poulsen e Renato (è il momento migliore perché Maresca gli rubi il posto e torni titolare) hanno perso chiaramente consistenza e dinamismo rispetto al rendimento sbalorditivo cui ci avevano abituati, mentre Hinkel ha giocato fuori ruolo: per non limitare l’ “universalità” di Daniel Alves, Juande Ramos preferisce piuttosto avanzare il terzino tedesco a centrocampo quando Jesus Navas è assente. In panchina c’ era il giovane Alfaro, sicuramente più adatto al ruolo, oltre che reduce da una doppietta in Copa del Rey contro il Rayo Vallecano.
Vedere Cani, a parte un paio di spunti che ci hanno ricordato il suo talento, più a suo agio nell’ inseguire il terzino avversario che quando ha il pallone fra i piedi mette un po’ tristezza.


Villarreal (4-4-1-1): Viera 6; Josemi 6, Fuentes 5,5 (65'), Cygan 7, José Enrique 6; Cani 6, Senna 7, Josico 6,5, Marcos 6 (90'); Mati 5,5 (84'); Forlán 6.
In panchina: Barbosa, Bruno (90'), Jonathan (84'), Álvarez (65'), Arruabarrena, Somoza, Tacchinardi.
Sevilla (4-4-2): Palop 6,5; D. Alves 6,5, J. Navarro 6, Escudé 6, Puerta 6; Hinkel 5,5, Poulsen 5,5, Renato 5 (77'), Adriano s.v. (26'); Chevanton 5, (62') Kanouté 6,5.
In panchina: Cobeño, Dragutinovic, Ocio, Duda 5 (26'), Alfaro, Maresca 5,5 (62'), Kerzhakov s.v. (77').

Árbitro: Iturralde González, del Colegio Vasco. Mostró cartulina amarilla a Josemi (24'), Poulsen (24'), Renato (41'), Dani Alves (53'), Javi Navarro (66'), Escudé (79'), Josico (82'), Maresca (85'), Marcos (87') y a Quique Álvarez (88').
Incidencias: El Madrigal. Alrededor de 18.000 espectadores. Terreno de juego en buenas condiciones. Algo más de un centenar de aficionados sevillistas acompañó a los de Juande en las gradas del estadio amarillo.

Etichette: , ,

venerdì, gennaio 19, 2007

Appunti di Copa del Rey.

Real Madrid, non basta l' orgoglio. Ci ha provato in tutti i modi, molto più con un ritrovato carattere che con un gioco ancora tutto da verificare (è solo l' effetto-Gago? Quanto durerà?), ma l' 1-1 col Betis elimina il Real Madrid dalla Copa del Rey, primo obiettivo sfumato in una settimana già piuttosto scaldata prima dal dito medio di Capello, poi dalle imprudenti esternazioni del presidente Calderon e ora dalla trattativa per Ronaldo al Milan.
Dopo una prima mezzora di buon livello, sulla falsariga della partita col Zaragoza, con geometrie, movimento, coesione fra i reparti (pressing di Van Nistelrooy e Higuain sui difensori avversari, mai visto nella trentina di partite precedenti) e Gago gran direttore d' orchestra (ha delle verticalizzazioni che sembrano dei raggi laser... peccato che oltre ai difensori avversari delle volte non lo capiscano neppure i compagni!), un blackout totale ha favorito il pareggio del Betis, col rapinoso Dani che vanifica il vantaggio ottenuto da Robinho già al 5'.
Il secondo tempo è un monologo del Real Madrid, come detto più col cuore che con la testa. Pochi sbocchi sulle fasce, col solito problema degli esterni piazzati sulla fascia opposta al piede preferito (Reyes deprimente a destra, Robinho iperattivo ma come suo solito poco lucido in alcune scelte) che creano ingorghi al centro e non fanno altro che il gioco di un Betis ormai ultradifensivo e dedito alla perdita di tempo pura e semplice, Higuain in netto calo rispetto ad inizio partita, non resta che affidarsi a qualche intuizione di Gago e soprattutto alla mostruosa esuberanza atletica di Sergio Ramos, senza dubbio l' attaccante più pericoloso del Real Madrid in tutto il secondo tempo.
Spostato a destra dopo l' entrata di Cannavaro, prima devia fuori di poco in tuffo, poi stacca alla grande ma trova un Doblas stranamente miracoloso e infine una sua rovesciata di poco alta conclude una mischia intricatissima.
Capello toglie Reyes e mette Nieto (estroso esterno destro che fa la spola fra Real Madrid C e Real Madrid Castilla), aggiunge De la Red a Gago, più qualità, tiri da fuori e inserimenti rispetto a Diarra, ma proprio De la Red arriva in ritardo su una respinta difettosa di Doblas (ben più consona al reale valore del portieraccio bético), occasione che assieme a due tiretti come al solito poco convinti di Robinho spegne le ultime speranze madridiste, in mezzo a una coda assai polemica, fra poco civili lanci di oggetti (bottiglie vuote, un telefonino!) e una mezza baruffa finale fra i giocatori.
L' obiettivo sfuma, il giudizio globale resta sospeso, così come lo era dopo la vittoria col Zaragoza. Anche Lopez Caro l' anno scorso di questi tempi fece un mese-un mese e mezzo su grandi livelli, fino a quando non arrivò l' Arsenal a ristabilire le giuste proporzioni...
Capello si è detto soddisfattissimo del gioco dei suoi; sicuramente l' atttudine è quella giusta, recuperata rispetto alle vergogne di Recreativo e Depor, però c'è da vedere quanto durerà e se non sia più che altro legata all' effetto placebo dei nuovi acquisti e a una situazione di classifica nella Liga ancora inaspettatamente in piedi. Il gioco sulla scia di questi entusiasmi ha mostrato qualche miglioramento, grazie al maggior movimento degli attaccanti e soprattutto alla velocità di pensiero e alla profondità di Gago, tutt' altra cosa rispetto all' Abbacchio Emerson. Si dipende già parecchio dall' argentino, e comunque i miglioramenti ieri son durati solo lo spazio di una mezzora.
Dopo si son rivisti i lanci lunghi, le palle perse e la difesa è tornata a soffrire fin troppo i pochi attacchi di un Betis maggiormente concentrato sulla lotta-salvezza e per questo pesantemente rimaneggiato da Luis Fernandez (due giovani ieri nella formazione titolare, il terzino destro Isidoro e il centrocampista centrale Juande).

Super Getafe. Dopo il Barça, altra lezione di calcio del Getafe, 4-2 al Mestalla!, a un Valencia pesantemente sotto i limiti della decenza. In rapporto ai pochissimi mezzi, il Geta è una delle squadre che gioca meglio nella Liga. Schuster merita un monumento e pure una chance in una grande squadra, pregustando il calcio eccelso che potrebbe mostrare se solo la sua filosofia "il pallone è un bene prezioso, non sprechiamolo" venisse applicata a una squadra con ben altri giocatori.
Talmente bene organizzato e con le idee talmente chiare questo Getafe da essere capace di impadronirsi del centrocampo e di dominare il possesso-palla sia contro il Barça che contro il Valencia. Gioca semplice e non butta via un pallone, perchè, classico segno distintivo delle squadre che giocano bene, le distanze fra i giocatori sono giuste e le opzioni disponibili per il passaggio son sempre minimo due. Dominano Celestini e Casquero a centrocampo e questo è il motivo per cui il Getafe prende così pochi gol e per il quale Alexis limita il suo duello con Villa, così appassionante alla vigilia, a pochissimi uno contro uno.
Ragnatela a centrocampo che finalmente trova meritatissimo profitto in zona-gol, perchè la difesa del Valencia, soprattutto sul centro-sinistra fra Ayala e Curro Torres, regala di tutto, e perchè il bomber Guiza è in gran spolvero, doppietta al Mestalla dopo il gol al Nàstic, trovando adeguato supporto negli inserimenti a sorpresa ora di un grande Nacho dalla sinistra (splendido assist, fra tacco e suola, per il 2-1 di Guiza) ora della mezzala Casquero (giocatore che non mi dispiace per nulla, dinamico e raffinato al tempo stesso), autori di un gol a testa.
Per quanto riguarda il Valencia, la vulgata liquida questa figuraccia semplicemente come una serata storta, insomma due sculaccioni, magari una multa e tutto torna come prima. E' evidente che la maggior parte dei giocatori sembrava aver subito un lavaggio del cervello, però rimane un avvertimento e un monito a una squadra che troppo spesso crede di poter vincere con uno sforzo minimo.
Il Valencia è una squadra micidiale quando gioca col risultato a favore, implacabile nello sfruttare la minima occasione e nell' approfittare del disorientamento avversario, sì, ma quando si è sullo 0-0? O il gol piove dal cielo oppure gli orrendi lanci lunghi visti col Getafe non suonano poi tanto strani. Già col Levante fino al gol di Hugo Viana si erano viste ben poche geometrie, così è stato in molte altre partite e lo è soprattutto quando manca Baraja. Con una squadra così assente si è potuto capire ben poco dell' esperimento che nel secondo tempo ha visto Silva centrale accanto ad Albelda e se Joaquin ha in generale le sue buone colpe per la condizione di rincalzo in cui è stato relegato, può fare ben poco in una squadra come quella dell' altra sera che gli avrà fatto arrivare due o tre palloni appena, per non parlare di un Villa costretto a fare un lavoro quadruplo fra la trequarti e l' area di rigore. La capacità di imporre il suo gioco alle squadre piccole è quello che separa il Valencia dal Barça.

Saviola e poco altro. Altra conferma del momentaccio blaugrana il 3-2 di martedì all' Alavés, contrassegnato da spaventi e squilibri fuori luogo, con momenti di totale assenza psicologica dal match che hanno rischiato addirittura di rimettere in discussione la qualificazione. Incredibile occasione persa da Rijkaard per far riposare i titolari e dare spazio a qualche giovane, l' unica nota positiva viene da Saviola, autore di tutti e 5 i gol fra andata e ritorno.
Il Conejo ha certamente deluso le attese smisurate e ingiustificate che avevano circondato il suo approdo in Spagna, ma ciò non toglie che sia un ottimo giocatore e che i suoi gol li abbia sempre fatti, ci sono le statistiche per questo. Credo che il fattore che lo ha penalizzato nel calcio europeo sia stato soprattutto il fisico: azzeccato il dribbling, difficile possa resistere alle cariche successive, gli manca l' allungo decisivo e anche il tiro è di una debolezza sconfortante. Comunque, qualità, astuzia, rapidità (bravissimo nelle deviazioni nell' area piccola) negli spazi stretti mantengono vivo il pericolo.
Ora è in un periodo in cui segna anche quando non vuole, come dimostra il suo comico primo gol, compensato dal geniale pallonetto di testa del secondo gol e dalla conclusione a botta sicura su scucchiaiata di mastro Xavi per il 3-1. Davvero bella storia la sua: fuori rosa ad inizio stagione, desaparecido per Rijkaard, ha deciso testardamente di restare per ritagliarsi uno spazio (molto probabilmente anche per liberarsi a parametro zero a fine stagione), trovando assistenza anche nel grande buonsenso di Rijkaard, cha ha idee ma non dogmi, il quale lo ripescò a sorpresa per Barça-Valencia.
E' innegabile che, pur non essendo neppure lui una prima punta, veda la porta molto meglio del più tattico Gudjohnsen e che stia meritando il posto da titolare in attesa del ritorno di Eto'o. Sulla questione di un eventuale rinnovo contrattuale, richiesto ora da più parti, sono più combattuto. In linea di massima lo lascerei andare, perchè ha bisogno di giocare e perchè nel 4-3-3 di Rijkaard c'è bisogno di rincalzi con altre caratteristiche per l' attacco (Palacio, se se ne va Giuly, e un centravanti forte di testa).

Sorteggiati gli accoppiamenti per i quarti, che si giocheranno fra la fine di questo mese e la fine di Febbraio: fenomenale il derby Sevilla-Betis, una delle stracittadine più intense e sentite del calcio mondiale, che dà vita a sfide o ricche di gol e spettacolo oppure continuamente interrotte dai falli e violente fino ai limiti estremi, ma comunque sempre appassionanti.
Altro accoppiamento di lusso, Barça-Zaragoza, già consumato l' anno scorso in due stupende partite che videro spuntarla un Zaragoza in stato di grazia, quello che ne rifilò sei al Real Madrid e che si arenò sul più bello nella finale con l' Espanyol. Sicuramente il confronto di più alto spessore tecnico, mentre le altre due sfide sono Getafe-Osasuna (anche i navarri in stato di grazia, eliminato l' Atlético Madrid col quale ci sarà la rivincita sabato in campionato) e Deportivo-Valladolid, con un Valladolid da tenere assolutamente d' occhio, dominatore assoluto della Segunda Division, forte di una striscia globale di 19 risultati utili consecutivi, ultima vittima un Villarreal sempre più fiacco e sempre più lontano da Riquelme, non convocato neppure per la partita di sabato col Sevilla e in procinto di andarsene (Bayern Monaco, Boca Juniors e Belgrano fra le pretendenti) forse già alla fine di questo mese.
Già sorteggiati gli eventuali accoppiamenti per le semifinali, che secondo il mio infallibile pronostico dovrebbero essere Barça-Sevilla e Valladolid-Osasuna.

Etichette: , , , ,

lunedì, gennaio 15, 2007

DICIOTTESIMA GIORNATA: ALTRE PARTITE.

Sevilla-Mallorca 1-2: Kanouté, rig. 22' (S); Nunes 48' (M); Maxi Lopez 62' (M).

Nàstic-Getafe 1-3: Vivar Dorado 13' (G); Güiza 42' (G); Llera 61' (N); Casquero 76' (G).

Racing-Real Sociedad 1-0: Garay, rig. 89'.

Athletic Bilbao-Villarreal 0-1: Forlan 70'.

Recreativo-Deportivo 1-1: Javi Guerrero 10' (R); Arizmendi 20' (D).

Osasuna-Betis 5-1: Soldado 17' (O); Puñal 30' (O); Arzu 45' (B); David Lopez 57' (O); Soldado 59' (O); Webo 72' (O).

Valencia-Levante 3-0 (giocata sabato): Hugo Viana 51'; Morientes 59'; Ayala 79'.


Sevilla (partitaccia ieri, col Mallorca che gli ha impedito di fare il suo gioco sulle fasce) e Barça hanno deciso di rendere più che mai appassionante questa Liga. Tornano sotto Real Madrid e persino Valencia e Atlético. 5 squadre in 5 punti, ma alla fine la logica consiglia che le previsioni d' inizio stagione saranno rispettate e la lotta sarà fra Barça, Real Madrid e Valencia, coi blaugrana superfavoriti.
Vola l' Osasuna, vola anche Lopez Caro, ma fuori dalla panchina del Levante. Esonero in queste ore, ma insomma si parla di una delle squadre più povere della Liga. Ad inizio stagione, avevo pronosticato l' ultimo posto, sta tornando nei ranghi, anche se il Nàstic ormai fa la corsa da solo, potendosi vantare di essere la primissima squadra della Segunda più ancora che l' ultima di Primera.



CLASSIFICA
1 Sevilla 37
2 Barcelona 35 (una partita in meno)
3 Real Madrid 35
4 Valencia 33
5 Atlético 32
6 Zaragoza 30
7 Recreativo 29
8 Osasuna 26
9 Getafe 26
10 Espanyol 25
11 Villarreal 25
12 Racing 24
13 Celta 21
14 Deportivo 21
15 Mallorca 20
16 Athletic 18
17 Levante 18
18 Betis 16 (una partita in meno)
19 R. Sociedad 13
20 Gimnàstic 9



CLASSIFICA CANNONIERI
1 Kanouté 15
2 Ronaldinho 12
3 Diego Milito 12
4 Van Nistelrooy 10
5 Tamudo 8

Etichette:

DICIOTTESIMA GIORNATA: Real Madrid-Zaragoza 1-0: Van Nistelrooy.

Morte e resurrezione in una sola settimana, da non crederci. I tre punti di ieri sera, con l’ ausilio dell’ orrido Barça e dello sconcertante Sevilla (ci credete che ha perso in casa 1-2 col Mallorca ?), riproiettano il Real Madrid in piena lotta per il titolo, a pari punti col Barça, che ha una partita in meno, e solo a –2 dal Sevilla. Resta ovviamente tutta da verificare la stabilità delle basi di questa rinascita per ora solo eventuale, però è certo che questa rivoluzione attuata da Capello, che ha molto poco di programmato, sta in queste prime fasi dando i suoi frutti.
La vittoria col Zaragoza è assolutamente meritata, ottenuta una volta tanto, pur nell’ ambito di una partita avara di emozioni e dai ritmi molto lenti,controllando il gioco per tutti i 90 minuti. Il nuovo centrocampo con Diarra e Gago funziona, come anticipato già dalla sfida col Betis (11-1-2007: Liberazione da Emerson). Il maliano sta ritrovando il tono e l’ identità, Gago è una mano santa, fa già il capetto a centrocampo: ruba i suoi buoni palloni ed è l’ unico che dà di tanto in tanto un’ accelerata, un salto d’ immaginazione, a una manovra che prima del suo arrivo non esisteva nemmeno. Abbiamo visto qualche passaggio di prima, qualche cambio di gioco in più, un pochino di tiki-taka ma senza esagerare ovviamente, sennò Capello si insospettisce. E, sorpresona!, De la Red non è stato ceduto (doveva andare proprio al Zaragoza) e ieri ha giocato pure alcuni minuti, chissà che Capello nella sua svolta iconoclasta che ha travolto Cassano, Ronaldo e Beckham, non conceda più spazio pure a lui.
Conferma anche per Higuain, che mi sta sinceramente sorprendendo per la sua capacità di adattamento. Crescono i sospetti che sia un crack: magnifico dominio della sfera, giocate deliziose (un paio di sombreros e controlli in spazi stretti da leccarsi i baffi) a iosa ma senza mai perdere di vista la concretezza. Veloce, bravo a proporsi tra le linee e sulle fasce, rispetto ai soliti talenti argentini ha anche il fisico giusto per lottare alla pari coi difensori avversari. Serve a Van Nistelrooy l’ assist per il gol a porta spalancata, speriamo che duri.
Col lavoro ottimo del centrocampo, e anche la serata negativa del Zaragoza, pure la difesa ha fatto una buona figura, con Helguera e Cannavaro più protetti, concentrati sui cross e non costretti a brutte figure in zone del campo non di loro competenza.
Il Zaragoza mi ha veramente deluso, timido, incapace di cambiare ritmo, impreciso e arruffone negli ultimi trenta metri. Ha dato quasi l’ impressione paradossale di accontentarsi della sconfitta, e se la casuale traversa di Piqué fosse invece stata gol, si sarebbe parlato certamente di furto.

I MIGLIORI: Già analizzate le ottime prove di Gago e Higuain, annotiamo la puntualità di Van Nistelrooy e salutiamo finalmente un buon Reyes: parte a sinistra, ma con l’ infortunio di Raul e l’ entrata di Robinho si sposta a destra, arabeschi stavolta produttivi i suoi. Diligente il giovane Torres (avremo un Oleguer madridista?).
Gabriel Milito è il migliore del Zaragoza, guida autorevole del forte reparto arretrato di Victor Fernandez (uno dei segreti di questo buon campionato l’ accoppiata formata dall’ argentino e da Sergio Fernandez), maestro rinomato dell’ anticipo.
I PEGGIORI: Pessimo D’ Alessandro, tremendamente confusionario e fumoso palla al piede: boba di qua, boba di là, e non si va da nessuna parte, anzi si perde palla dopo aver attirato mezza squadra avversaria.
C’ è da dire che sia lui sia Aimar sono encomiabili per come si sacrificano in copertura, ma è anche vero che nel ruolo in cui giocano, esterni a centrocampo, non possono sempre esprimere tutto il loro potenziale, visto che spesso si trovano a prendere palla troppo defilati e lontani dalla porta avversaria. D’ Alessandro poi sta accusando ultimamente qualche problema di troppo a giocare sulla fascia inversa rispetto al suo piede preferito: lui mancino prende palla a destra e ha difficoltà a sfondare, e forse trattiene il pallone oltre misura non solo per egoismo. Aimar questo problema ce l’ ha molto meno, bravo a muoversi all’ interno del 4-4-2, ad accentrarsi e a trovare le combinazioni giuste coi compagni. In generale il Payaso, che pure non ha fatto granchè ieri, è molto più giocatore a tutto tondo di D’ Alessandro.
Esaurita la digressione, occorre denigrare un po’ anche Diego Milito, inspiegabilmente impacciato in quasi tutte le azioni che lo hanno coinvolto nella zona calda. Controlli goffi, scelte precipitose, roba non da lui. Ewerthon provoca un piccolo spavento a Casillas nel primo tempo, ma è in linea col rendimento sottotono di tutto questo suo campionato. Deludente insomma tutto l’ attacco zaragocista, incapace di creare pericoli seri a dispetto del potenziale e delle prestazioni cui ci aveva abituato.


Real Madrid (4-2-3-1): Casillas 6; Torres 6,5, Helguera 6,5, Cannavaro 6,5, R. Bravo 6,5; Diarra 6,5, Gago 7; Raúl s.v. (14'), Higuaín 7, Reyes 6,5 (67'); V. Nistelrooy 6,5.
In panchina: D. López, Pavón, Mejía, Emerson, De la Red 6 (67'), Nieto, Robinho 6 (14').
Zaragoza(4-4-2): César 6; Piqué 6, Sergio 6, G. Milito 6,5, Juanfran 6; D'Alessandro 5 (66'), Celades 5,5 (53'), Zapater 6, Aimar 6; Ewerthon 5 (53'), D. Milito 5.
In panchina: Miguel, Aranzabal, C. Herrero, Movilla 6 (53'), Óscar 5,5 (66'), Longás, Sergio Garcia 6 (53').

Goles: 1-0 (40'): Centro de Robinho al área, Higuaín controla con el pecho en el segundo palo, centra y Van Nistelrooy, solo, remata a puerta vacía.
Árbitro: Ayza Gámez, del Colegio Valenciano. Amonestó a Gago (25'), Piqué (29'), Gabriel Milito (34'), Diarra (47'), Sergio (50'), De la Red (72'), Aimar (80') y Zapater (91').
Incidencias: Santiago Bernabéu. Casi lleno. 75.000 espectadores. Helguera fue el capitán del Madrid tras la lesión de Raúl.

Etichette: , ,

DICIOTTESIMA GIORNATA: Celta-Atlético Madrid 1-3: Torres (A); Torres (A); Aguero (A); Nené (C).

L’ importanza dell’ aspetto psicologico. L’ Atlético, molto più a suo agio fuori casa, fa visita al Celta, per il quale i tre punti fra le mura amiche sono ormai una vera maledizione (ha vinto solo col Valencia). Torres, che in settimana in Coppa del Re ha evitato ai suoi la sconfitta grazie a uno straordinario gol, arriva al Balaidos di buon umore. Domande da un milione di dollari: chi ha vinto alla fine? Chi è stato il mattatore del match?
A parte i quiz, ciò che risalta è un Celta in evidente crisi di risultati, di gioco e di fiducia in se stesso. Nei primi 20-25 minuti l’ Atlético se ne approfitta bellamente, bucando con facilità irrisoria la difesa alta e lentissima del Celta. Uno-due di Torres e la partita è chiusa, perché se il Celta fa già fatica a segnare quando gioca bene, figuriamoci quando è così involuto. Saggia gestione del pallone da parte dell’ Atlético, che ad inizio secondo tempo trova il terzo con Aguero che non può non raccogliere sotto porta i frutti dell’ ennesima scorreria di Torres. Aguirre fa i suoi cambi, toglie Torres per risparmiarlo per la partita di Coppa del Re mercoledì a Pamplona, arretra un po’ troppo il baricentro ma non corre più grandi rischi. Nené accorcia le distanze al termine di una stupenda combinazione tutta di prima, ma quando può segnare il 2-3 e riaprire la partita tira addosso a Cuéllar.
Ora Fernando Vazquez rischia la panchina, e sarebbe una vera ingiustizia per uno dei tecnici spagnoli più preparati, capace, e questi sono fatti, prima di riportare il Celta in Primera, poi di qualificarlo subito per la UEFA, dandogli un’ invidiabile organizzazione di gioco e un gioco delle volte assai piacevole, al di là di certi eccessi di conservatorismo che lo colgono di quando in quando. Probabilmente chi vuole cacciarlo (e ce ne sono molti fra gli esigentissimi e anche parecchio strani tifosi del Celta) ritiene la rosa del Celta da grandi traguardi, ma la verità è che a parte alcuni giocatori di grande qualità, quest’ anno il massimo che si può ottenere è un posto in Intertoto. La rosa è troppo corta e si dipende eccessivamente da alcuni giocatori, Oubina a centrocampo e Baiano per quanto riguarda i gol (oggi Vazquez ha provato ad avvicinargli nel secondo tempo prima Guayre, partito esterno, poi Perera, ma meglio lasciar perdere…). Squadra un po’ troppo rigida, elegantissima ma che tende a palleggiarsi addosso quando non ci sono secondo punte o incursori che da centrocampo appoggiano Baiano. Ieri ha accusato pure grossi scompensi difensivi, il problema ora è anche psicologico (mai visto un Celta molle come quello d’ inizio partita), se lo si lascia al suo posto Vazquez lo risolverà.

I MIGLIORI: Torres straripa. Ho già notato come questa stia diventando una stagione chiave per la maturazione definitiva del giocatore, ora trascinatore vero, non più solo ragazzo-immagine. Il gol di martedì in Coppa del Re può essere una piccola svolta personale: lui ha un’ ottima tecnica, però ha sempre avuto la tendenza a giocare con eccessiva frenesia, a volere fare tutto da solo e a pasticciare non poco nel controllo e nelle conclusioni. Martedì ha messo giù palla con tranquillità e pulizia, ha alzato la testa e insaccato sul secondo palo con una conclusione raramente vista nel suo repertorio. Anche ieri, nel secondo gol, l’ ha piazzata all’ angolo, e gol dopo gol, può solo aumentare la serenità. Chissà che non diventi anche un grande cecchino oltre che uno straordinario apriscatole… Sul gol di Aguero poi, siamo a un classico del repertorio del Nino: galoppata inarrestabile e gol servito su un piatto d’ argento al Kun.
Luccin colonna del centrocampo, stagione eccellente la sua, punto di riferimento, bravo a spezzare l’ azione avversaria, a rallentare i ritmi quando serve e a mantenere il possesso-palla. Restiamo sempre ammirati dagli impetuosi recuperi di Perea. Nel Celta, Nené è il più attivo: discusso dai tifosi, magari abusa del numero fine a se stesso, ma è uno dei pochi davvero pericolosi. Segna un gol e ne sfiora un altro, costretto ad affrettare il tiro e a sparare quindi su Pichu Cuéllar. Pinto para il rigore, ma Torres ha la respinta pronta per l’ 1-0. L’ agile e spettacolare portiere del Celta poi compie una bella parata su destro da fuori di Maniche.
I PEGGIORI: Malissimo i centrali del Celta: Tamas è alquanto svampito, commette un fallo sciocco sul rigore dello 0-1 (Torres simula da par suo, ma lui gli offre l’ assist con un intervento avventato appena dentro l’ area), Lequi viene lasciato sul posto da Torres quando questi parte con l’ assolo del terzo gol. Spentissimi Jorge e Guayre, mediocre contributo di Perera.


Celta (4-1-4-1): Pinto 6,5; Aspas 6, Tamas 5, Lequi 5, Placente 5,5; Oubiña 5,5; Guayre 5 (71'), Jorge 5 (46'), Canobbio 5,5, Nené 6,5; Baiano 6.
In panchina: Esteban, Contreras, J. Vila, G. López 6 (46'), De Ridder, Núñez, Perera 5 (71').
Atlético(4-4-2): Pichu 6; Seitaridis 6, Perea 6,5, Zé Castro 6, A. López 6,5; Galletti 6 (92'+), Luccin 7, Maniche 6,5, Jurado 6; Agüero 6,5 (71'), Torres 8 (59').
In panchina: Falcón, Azcárate, Valera, Costinha 6 (71'), Ó. Martínez, Jacobo s.v. (92'+), Mista 5,5(59').

Goles: 0-1 (12'): Torres remacha de cabeza el rechace de Pinto a un penalti fallado por él mismo; 0-2 (20'): Torres, de disparo cruzado y pegado al palo; 0-3 (53'): Agüero marca a placer tras una gran jugada de Torres por la banda derecha; 1-3 (70'): Nené fusila a Pichu tras un pase de Canobbio.
Árbitro: Turienzo Álvarez, del Colegio Castellano-Leonés. Amonestó a Aspas (22'), Luccin (25'), Antonio López (46'+) y Seitaridis (75').


Incidencias: Balaídos. 20.000 espectad

Etichette: , ,