domenica, novembre 30, 2008

TREDICESIMA GIORNATA: Getafe-Real Madrid 3-1: Albín (G); Saviola (R); Albín (G); Uche (G).

Inerme, modestissimo Real Madrid. I merengues accettano la netta sconfitta senza colpo ferire, non danno mai l’impressione di poter entrare seriamente in partita. Manca pure quella fede che generava le grandi rimonte, e qui solo in parte c’entrano le pesantissime assenze (al chilometrico bollettino di guerra si aggiungono stavolta Sneijder e Torres, usciti già nel primo tempo, e pure Pepe, con una contrattura muscolare alla fine del match): al di là dei discorsi sul gioco, non si percepisce più l’energia giusta in questa squadra. Gran Getafe: dopo il Camp Nou, altra dimostrazione di solidità e risorse tecniche di ottimo livello. Anche il progetto di Víctor Muñoz, dopo quelli di Quique, di Schuster e di Laudrup, potrebbe aver imboccato finalmente la strada giusta.

Parte subito in salita il Madrid: il Getafe inizia senza complessi (perché dovrebbe averne, del resto?), fa girare palla, allarga il campo e porta avanti anche i terzini: dalla sinistra Gavilán trova il fondo, va via a Sergio Ramos e crossa, la difesa del Real Madrid è piazzata male, Marcelo è uno dei peggiori della Liga nelle diagonali su cross dalla fascia opposta, si sa, e Albín si inserisce così dalla trequarti, arrivando in corsa e dando così la dovuta forza al suo “cabezazo”.
Imbambolato il Madrid per tutti i primi 20 minuti, cede facilmente campo nelle transizioni difensive a un Getafe che ha in Albín ha il suo uomo-chiave fra le linee (gioca bene anche Granero stavolta, ma sulla destra come viene impiegato quest’anno resta comunque troppo sacrificato rispetto ai movimenti che poteva effettuare con Laudrup).
Piano piano la partita si riequilibra, perché il Getafe abbassa di molto il baricentro e il Madrid ha un contatto più continuo col pallone: non sa granché cosa farsene, perché la profondità sulla sinistra non è mai abbastanza, mentre la destra, è risaputo, non esiste proprio.
In mezzo a tante situazioni leggibili per l’avversario, un’occasionissima per Raúl che spreca un rigore in movimento propiziato da uno spunto di Drenthe, il quale aveva tagliato il campo da sinistra verso destra approfittando di una situazione in cui era saltata la copertura del centrocampo getafense, e poi un'altra occasione per Gago, un po’casuale ma comunque assai ghiotta, visto che la conclusione al volo dell’argentino, un’ottima esecuzione, scende di pochissimo sopra la traversa di Abbondanzieri. Dall’altra parte invece si reclama per un rigore di Sergio Ramos su Soldado parso nettissimo (dire di Pérez Burrull che è scarso è fargli un complimento: da antologia anche la mancata espulsione di Pepe nel secondo tempo per fallo da chiara occasione da gol su Uche).
Nella ripresa, ancora una volta il Real Madrid paga salatissimo l’avvio, segno che manca la giusta tensione competitiva: un contropiede sul quale i merengues si fanno trovare esageratamente scoperti in difesa, e che ancora Albín conclude e finalizza, sorprendendo sul primo palo un Casillas un po’ impreparato nell’occasione. Proprio mentre si impreca contro l’inadeguatezza dell’attacco che gli infortuni hanno costretto Schuster ad improvvisare, arriva però la risposta, firmata Saviola: fin lì e per tutto il resto della partita il più inadeguato dei 22 in campo, il Conejo sfodera un guizzo da bomber di razza quando conclude con un fulmineo esterno sotto la traversa un’azione ispirata da Guti, il quale aveva rubato palla sulla trequarti a Cata Díaz e imbucato alla sua maniera la palla filtrante.
In altri tempi sarebbe stato l’inizio della riscossa, e invece è solo un fuoco di paglia, perché tarda poco il Getafe, giusto il momento di digerire, a riprendere il controllo della partita: il Madrid perde palloni a metacampo con facilità irrisoria, la mediana di casa li ricicla in maniera altrettanto agevole, e così si comincia a passare più tempo dalle parti di Iker che di Abbondanzieri (però Raúl su un contropiede manca una deviazione sotto porta da mettersi le mani sui capelli). Polanski colpisce il palo interno, poi entra Uche che dà una marcia in più in termini di freschezza e rapidità rispetto al pur onesto Soldado, e proprio il nigeriano mette la pietra tombale sulla partita concludendo un contropiede magistralmente rifinito dal solito Albín, contropiede sul quale ancora una volta il Madrid si fa trovare vistosamente “desnudo” nella propria metacampo.

I MIGLIORI: Juan Albín su tutti: il 22enne uruguaiano sta crescendo a vista d’occhio e, con l’acquisizione della dovuta maturità, concretezza e continuità, sembra in grado di far valere le proprie indubbie doti tecniche. Oltre ai due gol e all’esemplare gestione del contropiede del 3-1, fornisce uno sbocco costante fra le linee ai compagni, posizione dalla quale orienta buona parte del gioco offensivo offrendosi e mantenendo il possesso grazie a un trattamento sempre impeccabile della sfera. Ottimo anche lo spezzone finale di Uche: il nigeriano, fra infortuni e lacune personali, non ha ancora trovato la continuità ideale in questa sua esperienza al Getafe, del quale doveva essere l’acquisto di maggior richiamo due estati fa. Restano comunque notevoli le sue potenzialità e i margini di riuscita: per talento puro è chiaro che lui dovrebbe venire prima sia di Manu che di Soldado nelle gerarchie ideali.
I PEGGIORI: Una bambola generalizzata quella del Madrid. Atteggiamento sbagliato, maglie larghe in difesa, persino Casillas che comincia a perdere colpi, Van der Vaart insignificante come gli succede da un po’di tempo a questa parte (dopo un buon inizio illusorio, stanno venendo fuori i limiti di personalità propri di questo giocatore), Raúl fallimentare sottoporta.

Getafe (4-4-1-1): Abbondanzieri 6,5; Contra 6,5 (Cortés 6, m.58), "Cata" Díaz 6, Mario 6,5, Licht 6; Granero 6,5, Polanski 6,5(Celestini s.v., m.73), Casquero 6,5, Gavilán 6,5; Albín 8; Soldado 6(Uche 6,5, m.60).
In panchina: Jacobo, Rafa, Adrián González, Sousa.
Real Madrid (4-3-3): Iker Casillas 5; Miguel Torres s.v.(Míchel Salgado 5,5, m.35), Sergio Ramos 5,5, Pepe 5,5, Marcelo 5,5 (Bueno, m.75); Guti 6, Gago 5,5, Sneijder s.v.(Van der Vaart 5, m.16); Raúl 5, Saviola 6, Drenthe 6.
In panchina: Dudek, Metzelder, Javi García.

Goles: 1-0, m.2: Albín. 2-0, m.47: Albín. 2-1, m.55: Saviola. 3-1, m.82: Uche.
Árbitro: Pérez Burrull (Comité cántabro). Mostró cartulinas amarillas a Albín (40) y ''Cata'' Díaz (86) por el Getafe y a Pepe (45), Van der Vaart (63), Míchel Salgado (66), Sergio Ramos (70) y Guti (78) por el Real Madrid.
Incidencias: Coliseum Alfonso Pérez. 10.000 espectadores. Realizó el saque de honor Feliciano López, tenista campeón de la tercera Copa Davis de España.

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1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Getafe è terreno insidioso per i blancos, su 5 partite 3 sconfitte, quindi la battuta d'arresto della scalcinata Schuster band può anche starci, però non in quel modo. Al Madrid mangano due giocatori di personalità in mediana come Sneijder -che tante volte ha giocato con l'orgoglio e la voglia di tirare fuori la squadra dai guai- e Diarra. Poi si paga anche il fatto che gioichino insieme elementi sempre diversi e mai abituati a giocare: quando mai Raul-Saviola-Drenthe hanno giocato assieme? Lo stesso dicasi per la difesa.
L'anno passato con la squadra al completo il Madrid andava bene, quindi credo che oltre che della dirigenza che ha allestito una squadra ampiamente incompleta la causa dei cattivi risultati sia nella preparazione atletica: 20 infortuni stagionali sono un pò troppi per dare la colpa al caso. E anche quelli in campo dop 60' finiscono la benzina, si veda la gara col BATE: 60' bene e 30' da si salvi chi può. Ora trittico infernale per Natale: Sevilla-Barcelona-Valencia: salvate il soldato Schuster...

9:17 PM  

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