mercoledì, settembre 07, 2011

Il punto sul calciomercato/prima parte.

Questo pezzo in realtà è in parte un bilancio del mercato in parte una presentazione delle 20 squadre del campionato, che verranno analizzate in maniera più approfondita nel corso della stagione.


Athletic Bilbao

Poco da trafficare, per ovvi motivi. Bielsa ha usato l’accetta: anche se i vari scartati (fra cui Koikili) ad inizio pretemporada son stati reintegrati, l’idea è sempre quella di un blocco ridotto di 19 giocatori super-motivati da integrare con gli innesti dalla cantera. Emblematica la scelta della cessione del veterano Orbaiz (ormai senza ritmo per competere) per far spazio all’atteso centrocampista del Bilbao Athletic Ruiz de Galarreta (ma anche Jonas Ramalho dovrebbe avere i suoi minuti dietro, dove non è stato acquistato nessuno e Bielsa conta di poter adattare Aurtenetxe centrale, all’occorrenza).

Non è arrivato Aduriz (e sarebbe stato un acquisto intelligente, utilizzabile sia come quel vice-Llorente che in rosa non c’è, sia come jolly per tutte le posizioni del tridente), e il mercato è servito più che altro per tagliare un po’di rami secchi (Ion Vélez, Balenziaga, lo sfortunato De Cerio, la meteora Urko Vera e Ustaritz, che forse poteva ancora servire).

Sul campo, inutile dire che bisogna dare tutto il tempo a Bielsa: i fischi al termine della prima deludente col Rayo ci possono stare per la gara in sé, ma non se si pensa a tutto il lavoro ancora da fare per cambiare il modello di gioco, che dal rudimentale stile di Caparrós deve passare a un sistema molto più complesso, con tanti nuovi concetti e movimenti offensivi che devono diventare pressoché automatici e un’idea di calcio totale che intende coinvolgere tutti e undici i giocatori in entrambe le fasi, indifferentemente (e l’idea di spostarne alcuni fra un ruolo e l’altro, vedi De Marcos e Gurpegi terzini o Javi Martínez difensore centrale nell’amichevole col Tottenham, va proprio in questo senso, non è certo il divertimento estemporaneo di uno scienziato pazzo).

Atlético Madrid

Dal panorama deprimente di inizio mercato si è passati a un quadro che, seppur con l’obbligatoria differenza che suscita qualsiasi mossa di questo club, sembra piuttosto stuzzicante.

Era cominciata male con la scelta di Manzano, che non può non sapere di minestra riscaldata: vero che questo Atlético non c’entra niente con quello 2003-2004, vero che Goyo è un buon tecnico, ma è anche vero che trasmettere all’ambiente un messaggio di rinnovamento (e non del tipo “abbiamo preso Manzano perché quelli che avevamo scelto prima di lui non volevano”, ciò che è successo in realtà) ti può aiutare a partire con un margine maggiore di fiducia e ottimismo.

La partenza di Agüero poi era parsa il colpo di grazia, ma le successive operazioni di mercato hanno rimescolato molto le carte e contribuito a suscitare molta curiosità attorno al progetto.

Era impossibile sostituire il Kun con un altro attaccante di pari livello, quindi giustamente l’Atlético ha cercato di reinvestire il denaro ottenuto dalle due squadre di Manchester (anche De Gea è valso un bel gruzzolo) rinforzando altre zone, soprattutto il centrocampo. È un Atlético questo che potrebbe finalmente avere la varietà di soluzioni e la creatività di cui mancava fra mezzeali e trequartisti. È arrivato Diego, reduce sì da delusioni fra Juventus e ritorno in Bundesliga, ma che se si ritrovasse potrebbe davvero dare un’altra dimensione alla manovra; poi c’è Arda Turan che da esterno sinistro può accentrarsi spesso e aggiungere imprevedibilità tra le linee, consentendo al tempo stesso a Reyes di partire da destra, la posizione da cui davvero può esprimere il suo miglior calcio e far giocare meglio anche i compagni.

A seconda della posizione di Diego, vedremo un 4-2-3-1 o il 4-3-3 della prima con l’Osasuna, ma qualche dubbio in più lo lasciano i centrali. È richiesta un’esplosione di Koke, che sicuramente possiede più talento e geometrie di Gabi (va bene come primo rincalzo per la mediana, ma da titolare…) e dei piattissimi Mario Suárez e Assunção, fermo restando Tiago, valido più come complemento che come leader. La regola degli extracomunitari ha invece imposto la cessione di Elias, che poteva rappresentare un’alternativa interessante come incursore.

Il fatto di non poter trovare un altro come Agüero non toglie comunque il valore di Falcao, fra i più pregiati sul mercato. E anche Adrián può apportare alternative, movimento e qualche gol in più rispetto alle sue stagioni passate (sembra cresciuto dal punto di vista realizzativo). La cessione di Forlán ci sta tutta.

Una coppia Miranda-Godín potrebbe far fare un salto di qualità alla difesa, così come una crescita di Filipe sulla sinistra, mentre più incerte sono le questioni riguardanti il terzino destro (Silvio sostituirà degnamente il sottovalutato Ujfaluši?) e soprattutto il portiere (molta inesperienza fra Joel e il nuovo acquisto Courtois, in prestito dal Chelsea; da ricostruire l’ex grande promessa Asenjo). Comunque, a prima vista non sembra un Atlético indebolito rispetto alla scorsa stagione, anzi.

Barcelona

Acquisti mirati ma di peso, tra l’altro rientrando pure nei margini finanziari previsti: la società aveva preventivato 45 milioni di esborso massimo per la campagna acquisti, e se è vero che Fàbregas e Alexis Sánchez son costati 60 milioni, i circa 24 ottenuti dalle cessioni di Bojan, Oriol Romeu, Jeffren e Cáceres hanno permesso di rientrare nel bilancio.

Alexis largo nel tridente deve studiare da “Pedro con un po’ più di magia”, in un attacco chiaramente impostato attorno all’idea dell’assenza di centravanti di ruolo. Partito Bojan, non rimane nessuno, se consideriamo che Villa partirà soprattutto all’ala e che l’acquisto di Fàbregas sembra pure proporre un’alternativa al Messi falso centravanti, anche se in casi presumibilmente limitati.

Acquisto di Fàbregas che più che incasellarsi nel solito 4-3-3 mira ad aumentare le alternative tattiche a disposizione di Guardiola, fra il 3-4-3 e le sconfinate possibilità di turnover offerte da una stagione fitta di impegni. Così si spiega (oltre che, inutile nasconderlo, col capriccio di tutto un ambiente ossessionato dal “ritorno del figliol prodigo”) quello che a prima vista può apparire un lusso non necessario, ovvero Fàbregas quando hai pronto Thiago e magari anche Sergi Roberto.

Unica carenza (ma non imperdonabile), un terzino sinistro, perché per i centrali la cantera può fornire un buon ricambio fra Fontas, Bartra e Muniesa.

Betis

Rispetto all’analisi pubblicata qualche giorno fa, da aggiungere solo l’ufficialità di Santa Cruz.

Espanyol

I conti potrebbero non tornare. Va bene che Pochettino ha tante idee, va bene il mercato al risparmio degno d’elogio, va bene la politica dei giovani, ma quest’organico rischia di perdere parecchi punti quanto a solidità. Potrà divertire vedere giocare l’Espanyol (però la prima a Maiorca a dire il vero è stata brutta), ma il saldo fra gol fatti e subiti quale sarà?

In attacco bisognerà pregare perché Álvaro Vázquez esploda non subito, subitissimo. La partenza di Osvaldo ha lasciato sguarnito il reparto in termini di personalità sicuramente, in attesa di valutare appieno il talento di Alvarito nostro. Personalità che potrebbe offrire l’acquisto dell’ultim’ora Pandiani, ma 35 anni sono 35 anni. Si tentava il colpo El Hamdaoui dall’Ajax, ma purtroppo è svanito.

Se ne vanno via gol preziosi anche con la partenza di Luis García verso Zaragoza, che si aggiunge a quella di Callejón. A Maiorca Pochettino ha schierato ai lati di Verdú (meno male che almeno lui è rimasto) sulla linea dei trequartisti proprio Luis García a sinistra e il canterano Rui Fonte a destra. Questo per dire che dovrà reinventare qualcosa, anche se non manca il talento, fra Sergio García e un altro nuovo acquisto, l’ala slovacca Weiss dal Manchester City. Senza dimenticare un buon trequartista come Albín, forse sin troppo snobbato da Míchel al Getafe negli ultimi anni. Ma i gol rimangono un’incognita.

In difesa potrebbe rivelarsi una mossa da dritti il centrale mancino messicano Héctor Moreno, che cerca un po’ di riproporre l’identikit del Víctor Ruiz della scorsa stagione, ovvero senso della posizione, leadership e qualità nell’impostare. Qualità nell’impostare che è diventata quasi una tautologia parlando di difensori messicani. Bel colpo anche l’operazione Didac col Milan: i soldi incassati a gennaio rimangono in cassa, e intanto si gode di un prestito sicuro in un ruolo che l’Espanyol ha faticato un po’ a coprire nella pessima seconda metà della scorsa stagione. Una scommessa il recupero del deludentissimo Romaric, in un ruolo che peraltro è già occupato da Javi Márquez, uno dei pezzi pregiati dell’organico: la sua connessione con Verdú in cabina di regia è la chiave del gioco dell’Espanyol.

Getafe

Una specie di rivoluzione. Via Míchel, dentro Luis García dopo il mezzo miracolo sulla panchina del Levante, via i due migliori giocatori oltre che colonne portanti del centrocampo (Boateng e Parejo), ma anche tanti nuovi arrivi davvero interessanti. Interesse che si concentra soprattutto sul possibile quartetto offensivo: a destra Pedro León, dopo l’annata da incubo al Real Madrid, tornerà a fare quello che sa (cross precisi come pochi nella Liga e quel curioso modo di dribblare e conquistare il fondo, senza avere la velocità dalla sua) senza doversi confrontare con Di María o Cristiano Ronaldo (ma Callejón è poi tanto meglio di lui, Divo José?), ma da “stella” di metà classifica, la sua dimensione; al centro, o forse no (nella prima contro il Levante è subentrato a sinistra) il fresco campione d’Europa Under 19 Sarabia, movenze alla Silva (ma tatticamente un po’ diverso); a sinistra, visto che parliamo di stelle di media classifica, abbiamo invece un fuoriclasse del dribbling, l’ex Sporting Diego Castro, solitamente ai vertici delle statistiche di questo particolare fondamentale, in compagnia di nomi ben più altisonanti. Un colpaccio, anche se non più giovanissimo.

Poi in attacco un ritorno eccellente, Güiza, innesto veramente cruciale perché uno dei punti deboli del Getafe l’anno scorso era proprio l’inconsistenza offensiva, sia in generale per la scarsa profondità del possesso-palla che per le mancanze individuali (Colunga ha fallito miseramente il salto di qualità, Miku va bene come dodicesimo più che come titolare).

Possesso-palla abbastanza sterile anche nella prima col Levante, dove Luis García ha proposto un centrocampo sin troppo affollato, con tre centrali, Casquero sul centro-destra (che comincia a mostrare segni di declino), Juan Rodríguez al centro e Lacen (quasi tutti i palloni passavano da lui) sul centro-sinistra. L’azione ristagnava lì, con troppe poche linee di passaggio più avanti.

Se fra trequarti e attacco il Getafe di quest’anno migliora quello dell’anno scorso, più incerta la scommessa per quanto riguarda la mediana. Bisognerà trovare un nuovo leader dopo Boateng, e difficilmente potrà esserlo Juan Rodríguez, cursore di poca qualità, o Lacen, poco più che ordinato. Rubén Pérez, una delle poche note positive del Deportivo lo scorso anno, ha geometrie, e le ha anche Míchel, in cerca di rilancio dopo la negativa esperienza inglese. Loro due sembrano la coppia migliore, in un 4-2-3-1.

Sempre dal Deportivo, una garanzia l’acquisto di Lopo per fare coppia con Cata Díaz al centro della difesa, molto più discutibile Valera come rincalzo di Miguel Torres, mentre il sudafricano Masilela dà il cambio a Mané sulla sinistra. Moyá fra i pali è un altro che cerca rilancio dopo i disastri a Valencia, ma sarebbe grave far perdere il posto a un potenziale fuoriclasse come Ustari, attualmente infortunato.

Granada

Il contropiede più veloce della Segunda 2010-2011 cerca successo anche in Primera. Alla freccia Dani Benítez sulla sinistra, dominante in Segunda ma tutto da verificare nella massima serie, si aggiunge nell’ultimo giorno di mercato Ikechukwu Uche (girato in prestito dal Villarreal), mai pienamente confermato fra Getafe e Zaragoza dopo le promettenti stagioni al Recreativo Huelva. Bisognerà vedere se il nigeriano partirà come punta o sulla destra del 4-1-4-1 di Fabri (lasciando l’attacco al bomber di Segunda Geijo o al connazionale, interessante ma ancora un po’ acerbo, Ighalo; in attesa di verificare l’argentino Franco Jara, prestato dal Benfica), scalzando in tal caso il mancino Jaime Romero, uno dei 45000 prestiti dall’Udinese.

Fascia destra che ha perso un elemento come Orellana (con tutto il rispetto per il Celta, questo stramerita la Primera), che dava gioco tra le linee a una squadra che abusa un po’ della sovrapposizione e del cross in area senza guardare quanti ce ne sono pronti a concludere.

A centrocampo buon acquisto quello di Moisés Hurtado, quasi invisibile ma sempre efficace davanti alla difesa, mentre Abel sul centro-destra non pare troppo all’altezza della Primera. Meglio il portoghese Carlos Martins, in coppia col dinamico Mikel Rico oppure con l’altro nuovo acquisto Yebda (che può giocare anche davanti alla difesa). Magari potrebbe spuntarla a sorpresa Fran Rico, 24enne regista di cui si parla bene da anni (già dai tempi del Pontevedra, prima di passare al Real Madrid Castilla) ma mai sperimentato in Primera.

In difesa assolutamente da seguire il terzino sinistro Siqueira, il giocatore forse più interessante di tutto il Granada: nella miglior tradizione brasiliana, esprime grande tecnica ad alta velocità e pure una apprezzabile disciplina difensiva. Molto inferiore, semplicemente un muscolare, anche se con una facilità di corsa che impressiona, il francese Nyom sulla destra (rincalzo il sempre affidabile David Cortés). Al centro, i nuovi acquisto Pamarot e Diakhaté si contenderanno due posti con la coppia della promozione formata da Lucena (impiegabile anche davanti alla difesa) e Diego Mainz.

Levante

Dimenticare Caicedo. Una parola. Non parliamo di Van Basten, ma del giocatore che comunque dava certezze realizzative alla squadra “operaia” della scorsa stagione, che ha perso anche il suo allenatore, Luis García, sostituito da Juan Ignacio Martínez, messosi in bella mostra al Cartagena.

Caicedo potrebbe mancare tantissimo, anche perché pure il suo vice (Stuani, che chiamato in causa i gol li faceva) è partito, e i nuovi arrivi hanno altre caratteristiche. Aranda è un attaccante di movimento, tecnico quanto si vuole, pure capace di creare occasioni dal nulla (la sua carriera poteva essere molto migliore) ma difficilmente in doppia cifra; Arouna Koné invece è l’incognita delle incognite, fra infortuni e delusioni assortite a Siviglia. In ogni caso, non un finalizzatore. Le alternative poi le abbiamo viste già nella partita di Getafe, dove Martínez ha dovuto schierare un attacco composto da un centrocampista esterno, Valdo, e dalla seconda punta Rubén Suárez.

Qualche gol magari potrebbe arrivare dallo splendido sinistro di Barkero, esterno o trequartista, molto prolifico in Segunda col Numancia, l’acquisto forse di maggior richiamo di un club che deve fare le nozze coi fichi secchi. Con Barkero centrale, la fascia sinistra resterebbe di Juanlu, che garantisce profondità e rendimento. Senza dimenticare il marocchino El Zhar, prelevato dal Liverpool, che può dare vivacità (ce n’è molto bisogno) in tutte le posizioni della trequarti.

A centrocampo le caratteristiche dei Xavi Torres, Pallardó e Iborra dicono che difficilmente lo stile di gioco potrà cambiare rispetto alla scorsa stagione: 4-4-2 semplice, organizzato in fase difensiva, rubare palla e ripartire, giocare con concentrazione e aggressività. Difficilmente Martínez potrà proporre il “tiqui-taca” visto al Cartagena, anche se Farinós ha le qualità e i tempi di gioco per permettersi qualcosa un pizzico più elaborato.

La difesa dei vecchietti Javi Venta-Ballesteros-Nano-Juanfran (senza dimenticare Del Horno) aggiunge due ricambi: il terzino Pedro López, un altro assai scafato, e il 26enne argentino Cabral, che mi ricordo al centro della difesa dell’Argentina campione nel Mondiale Under 20 del 2005, quello di Messi.

Málaga

I protagonisti del mercato, dietro i soliti noti. Se Pellegrini la scorsa stagione subentrando in corsa non aveva proprio i giocatori più adatti per il suo calcio (erano adatti al calcio di Jesualdo Ferreira), quest’anno non ha scuse. Potrà sbizzarrirsi col suo quadrato (o rombo) di centrocampo, senza esterni veri, con l’imbarazzo della scelta.

Cazorla è chiamato ad essere il giocatore-chiave, conoscendo a menadito questo sistema di gioco, mentre abbiamo già parlato delle possibili difficoltà di adattamento di Joaquín sulla destra. Buonanotte è inferiore, ma ha più nel sangue il taglio per smarcarsi tra le linee, mentre Isco è il più atteso per quanto mi riguarda: il talento, sovrabbondante, potrebbe compensare pure le carenze atletiche. Difficile trovare spazio per Duda, uno dei giocatori di riferimento quando il Málaga era ancora una piccola squadra.

Il vero acquisto capolavoro però è Toulalan, il Marcos Senna che mancava a Pellegrini per completare le qualità di Apoño in cabina di regia. Il doble pivote di scorta, sicuramente meno desiderabile, è composto invece da Camacho (promessa ancora non mantenuta) e Maresca (onestamente passato di cottura). Le porte sembrano chiuse per il canterano Recio, che pure era stata la scoperta di Pellegrini la scorsa stagione.

Esperienza (forse troppa…) in difesa: Demichelis, nonostante il rendimento sul piano strettamente difensivo abbia lasciato fin qui a desiderare, rimane difficilmente discutibile anche per la sua capacità nell’impostare. Un primo passaggio fra i migliori della Liga, e che concede un vantaggio importante al Málaga in fase di possesso, per la facilità dell’argentino nel superare il pressing avversario e liberare compagni nelle zone più avanzate. Accanto a lui il 31enne Mathijsen, affermatosi come giocatore affidabile a livello internazionale, poco appariscente, lento ma dal buon senso della posizione. Il danese Kris Stadtsgaard (più che il nuovo acquisto Sergio Sánchez, un po’ sopravvalutato) è un buon rincalzo. Caballero fra i pali non ha sbagliato un colpo finora.

Sulla destra Jesús Gámez e nessun altro (fra i migliori terzini del campionato), a sinistra la buona intuizione di Pellegrini di arretrare Eliseu, che partendo dalle retrovie ha più spazio per sorprendere con la sua velocità, e che cresce anche sul piano difensivo. In alternativa comunque Monreal (pagato sin troppo, 6 milioni), non così esplosivo non così offensivo ma con buoni tempi e buone letture in entrambe le fasi.

In attacco, Van Nistelrooy potrebbe rivelarsi un acquisto più di nome che di sostanza. Conosce il mestiere, e i movimenti fra i centrali avversari, come nessuno, però gli anni si fanno sentire ed è sempre più difficile per lui arrivare per primo sul pallone. Pellegrini ha bisogno di questi movimenti degli attaccanti: preferisce le due punte più che il 4-2-3-1 perché così può allungare e allargare meglio le difese: una punta detta la profondità e l’altra svaria verso le fasce, così la difesa avversaria non può uscire a raddoppiare e il centrocampo senza esterni di Pellegrini può conquistare la superiorità nel mezzo.

Van Nistelrooy ha i migliori movimenti da prima punta ma poca energia, Rondón invece ha energia da vendere, Papelito Fernández non abbonda di tecnica e forza nei contrasti, ma come seconda punta è molto mobile e intelligente su tutto il fronte offensivo. Forse la scelta migliore è confermare proprio gli ultimi due, la coppia della passata stagione, e sfruttare il fiuto di Van Nistelrooy a partita in corso. Senza dimenticare il talento di casa (per alcuni supertalento) Juanmi.

Mallorca

Incazzato è dire poco. Michael Laudrup esprime tutta la sua contrarietà rispetto alla campagna acquisti condotta, in particolare sulla cessione dell’ultima ora di De Guzman al Villarreal, avvenuta senza aver preparato un adeguato ricambio (Marvin Ogunjimi del Genk è una scommessa, Tissone non proprio la stessa cosa dell’olandese/canadese).

Peccato perché la prima uscita con l’Espanyol aveva mostrato cose interessanti, oltre alla vittoria ottenuta grazie a un gol proprio di De Guzman (anche se con una fortunosa deviazione). Coralità, scambi fitti a centrocampo e un 4-4-2 senza punti di riferimento: Martí e De Guzman in mezzo al campo, ma da lì in avanti nessuna posizione fissa: il mancino Tejera che parte da destra e si accentra, Alfaro che da sinistra taglia per fare la seconda punta, la nuova punta israeliana Hemed che incrocia con lui e Nsue che è un attaccante di movimento per definizione.

È chiaro che senza De Guzman questo Mallorca manovriero sarà più difficile da proporre: accanto a Martí probabilmente scalerà Tejera, che ha buon piede e visione di gioco anche se è un po’lento nell’esecuzione. Gonzalo Castro avrà un posto di esterno, mentre è incerta la collocazione di Nsue e Alfaro, divisi fra fascia e attacco. Sulle fasce tutto sommato le alternative sono ampie, contando Pereira (rivelazione nella prima parte della scorsa stagione) e non dimenticando il discreto contributo fornito dal mancino (schierato però a destra) giapponese Akihiro Ienaga, acquisto invernale. Il canterano Pina e João Victor le alternative per il doble pivote.

È in attacco però che si concentrano le sacrosante preoccupazioni di Laudrup, che calcola “16 gol in meno” rispetto alla scorsa stagione, date le cessioni di Webó e De Guzman. Arduo individuare delle fonti alternative di gol: Nsue è utilissimo quanto a movimento ma sotto porta è un po’ negato, Alfaro ha segnato molto solo in Segunda, Víctor è un oggetto misterioso da sempre e rimane infine ingiusto caricare di responsabilità eccessive il nuovo arrivo Hemed, come sottolinea lo stesso Laudrup.

La difesa è il reparto uscito meglio dal mercato, anche se l’infortunio che terrà fuori a lungo il leader Nunes è una mazzata: accanto a Ramis lo sostituisce l’ex genoano Chico. Buon acquisto l’olandese Zuiverloon sulla fascia destra, mentre l’uruguaiano Pablo Cáceres rimpiazza la partenza di Ayoze al Deportivo.

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12 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Analisi ineccepibile, come sempre... Mi permetto però di fare qualche piccolo appunto sui colchoneros:
1) A mio modo di vedere vendere Aguero per circa 45 milioni e poi comprare Falcao per 40 (più altri 5 di bonus, se non sbaglio) significa non avere un minimo di logica mercantile. Il colombiano è un buon giocatore ma personalmente non mi è mai sembrato 'sto fenomeno e comunque per 40 milioni tanto valeva puntare su qualcun altro - già, ma chi? Ora come ora mi verrebbe da dire Torres, ma so che è fantamercato (magari in futuro, però...). Non contesto tanto la scelta, che è contestuale, quanto l'esborso davvero esorbitante per quelle che sono le qualità dell'ex Porto.
2) Se Diego si rilancia può essere utilissimo alla causa, è vero, e peraltro almeno in teoria il ritmo compassato della Liga dovrebbe facilitare la sua "riabilitazione": però è un'altra grande scommessa, e viene da due anni pessimi. D'accordo sulla cessione di Forlan, invece. Ormai aveva fatto il suo tempo, diciamolo. Anzi, visto l'inghippo Champions direi che gli è andata pure bene (all'Atletico, quantomeno, all'Inter un po' meno)...
Tommaso.

7:19 PM  
Blogger superatleti said...

Ciao, Valentino. Sono sostanzialmente d'accordo con te sul mercato dell'Atletico, salvo tre questioni sulle quali troverai la mia opinione più estesa in "Colchoneros Italia".
1. Manzano è una minestra riscaldata, ma se non ce la fa lui, con la sua statura da vecchio saggio modello Aragones-ma-più-pacato, non ce la fa nessuno. Il vero ago della bilancia sarà lui.
2. Che Forlan dovesse essere venduto, è da dimostrare. Credo che avrebbe potuto dare ancora qualcosa e avesse una discreta voglia di rivincita. Se ne è andato per quattro soldi e già solo per questo è un pessimo affare
3. Da nessun trequartista siamo passati a troppi, di cui nessuno con la personalità del leader, con la conseguenza che tutto questo aumento di qualità difficilmente si mostrerà sul campo tutto insieme. Ergo il vantaggio effettivo potrebbe essere molto inferiore a quanto si suppone.
Ti aspetto sul mio blog e ancora complimenti!

7:47 PM  
Blogger Köpke said...

D'accordo su Falcao, prendere un giocatore a quelle cifre è un azzardo.
Se ne parla benissimo dopo la stagione al Porto e magari si confermerà su quei livelli ma non ci si può certo dimenticare che era inserito in un contesto straordinario.

Diego può fare benissimo.

Demichelis nell'ultimo periodo al Bayern era apparso in calo drastico.

PS: Odonkor è finito in Zweite Liga, all'Alemannia Aachen.

8:12 PM  
Anonymous Anonimo said...

Condivido totalmente le tue perplessità sul mercato del Mallorca. Era chiaro che De Guzman sarebbe finito altrove, se devi venderlo lo vendi prima dell'ultimo giorno di mercato, se lo vuoi tenere controvoglia lo tieni. Vendere il proprio giocatore più forte senza avere il tempo di trovarne sostituto adeguato è una cosa che non ho mai capito in chi fa mercato. Il Villarreal lo scorso gennaio rifiutò 35 mln da parte del Tottenham per Rossi, l'ha fatto perché riteneva che Rossi valesse di più? Forse. A me però piace pensare che dopo una riflessione di 2,5 secondi si siano resi conto che senza i gol che Rossi stava garantendo se la sarebbero sognata la Champions.

Per quanto riguarda l'Athletic si prega Apollo che Llorente non prenda un raffreddore uno...

DVM

8:31 PM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Ottima analisi. Alla luce dei fatti in questa prima metà di squadre esaminate, quale ti sembra la possibile sorpresa e quale la possibile delusione?
Su che giocatore tra i nuovo acquisti potresti scommettere e quale è stato un errore?
Temo che negli ultimi anni basti una mezza o un'intera stagione per trasformati da nessuno a idolo (vedi Pastore ma anche Falcao) ma la stagione dopo come sarà il rendimento?
Una curiosità: ma Balenziaga non doveva essere uno dei giovani di miglior prospettiva? Certo finire a Valladolid con Manucho...

10:41 PM  
Anonymous Hellas said...

Incassare 45 per Aguero e spendere 40 più 8 di bonus per Falcao è una follia. E follia per follia dal Porto avrei preso Hulk, tra i due quello veramente forte è il brasiliano. Falcao è un buonissimo attaccante, completo e con molto senso del gol, però i fuoriclasse sono un’altra cosa.
Bene invece Arda Turan e Diego, che penso farà una buona stagione. In definitiva è andato via il fuoriclasse ma nel complesso la squadra è più forte, pur mancando almeno un centrocampista.
A proposito, mi spiace per Elias, poteva venir comodo. La legge sugli extracomunitari va rivista: Galliani si lamenta tanto ma in Spagna la normativa è più severa di quella italiana.

A proposito di Hulk, a parer mio sarebbe l’acquisto perfetto per completare l’attacco del Barcellona. Ha tecnica e velocità, qualità necessarie per vestire blaugrana, oltre al fisico, un valore aggiunto che completerebbe il tridente offensivo. In parole povere, oltre a due piccoletti un terzo attaccante che sa giocare molto bene a calcio ed in più offre un surplus in termini di fisico. Non è facile incontrare giocatori con queste caratteristiche, l’altro nome che mi viene in mente è Benzema, che per ovvi motivi non può essere acquistato. Mi sembra un’opzione migliore rispetto all’acquisto di un altro brevilineo (Rossi, Neymar e altri nomi accostati al Barcellona).

Neymar. Che ti sembra? A me pare un Robinho più veloce, con più tiro, e con più gol. Non è poco. Gran talento, però ho una grossa riserva: il fisico. Non è un Messi, un Aguero o un Sanchez che seppur bassi sono fisicamente molto piantati. Assomiglia per l’appunto più a Robinho: costituzione fisica magra, su cui è difficile lavorare causa rischio di snaturare il giocatore. La mia impressione è che possa diventare molto forte, ma forse non così forte come il talento lascerebbe immaginare.
In Brasile ho dato un’occhiata a Lucas Moura del San Paolo e mi ha impressionato: non so se tu lo conosci ma forse il futuro fuoriclasse verdeoro non è Neymar…

Ho visto due tre volte Rafael Alcantara “Rafinha” ma mi è bastato: questo è un altro che arriva. Per certi versi può diventare anche più forte del fratello. E anche Espinosa, seppur di livello inferiore, è un buonissimo prospetto. Tue impressioni?

Chiudo con un appunto sulla nazionale. Che senso ha far giocare Arbeloa terzino sinistro mentre Josè Enrique è a casa a guardare? Misteri di Del Bosque, sperando si sia reso conto che a centrocampo uno tra Busquets e Xabi Alonso è di troppo.

10:55 PM  
Blogger Flavio said...

Io invece vado controcorrente e dico che l'acquisto di Falcao è una mossa intelligente e che il valore del giocatore è più o meno quello pagato.
E' una mossa intelligente perchè come giustamente ha sottolineato Valentino sostituire Aguero con un giocatore simile è molto difficile se non impossibile; sul valore del giocatore, poi, non si discute: ci sono pochi centravanti al mondo che vedono la porta come Falcao, ve ne accorgerete presto; è chiaro che stiamo partlando di un centravanti "puro", ruolo che oggi sembra un pò in declino e che magari non piace più (infatti le squadre più forti non utilizzano più questo tipo di giocatore, vedi Barça-Messi, Real-Benzema, Man UTD-Rooney, Milan-Ibra), però questo giocatore insieme a Dzeko è attualmente il miglior interprete in circolazione: io lo definisco un Inzaghi con piedi nettamente più educati.

Sono d'accordo con Hellas per quanto riguarda Hulk, davvero un gran talento, però stiamo parlando di un giocatore che difficilmente accetterebbe di fare la panchina; inoltre è troppo innamorato del pallone e di se stesso, e questo si sa che nel contesto Barça non va bene.
Io per il Barça avrei preso un attaccante già affermato ma non esattamente considerato di prima fascia, tipo Negredo, oppure un giocatore "stagionato" (Forlan), oppure un giovane (non un giovanissimo) di belle prospettive ma già "spendibile" a certi livelli: Adrian Lopez sarebbe stato l'ideale. Però anche in questo caso Valentino ha ragione: sarà Fabregas il giocatore che completerà l'attacco blaugrana, ma occhio a Tello (in attesa di vedere come si inserisce nel Barça B il neo acquisto Rodri) che a mio avviso sarà inserito stabilmente in prima squadra a breve.

Interessante l'esperimento Javi Martinez difensore centrale (da proporsi ovviamente una tantum): i fans di Javi storceranno il naso, ma è uno step in più per la crescita di questo fantastico giocatore e poi, Guardiola docet, i centrocampisti oggi devono saper fare un pò tutto, vedi Mascherano, Busquets, Fabregas e l'ex Tourè.

Infine, anche se non c'entra niente, voglio segnalare un giovane attaccante italiano che secondo me, se curato come si deve, avrà un grandissimo futuro: Ciro Immobile, attualmente al Pescara di Zeman, ma di proprietà della Juventus (putroppo :-).

11:09 AM  
Blogger valentino tola said...

@ Tommaso

Io non capisco dove sta la follia di cui parlate tu ed Hellas nell'acquisto di Falcao. Anche concentrandosi solo sull'aspetto economico, dovete considerare che l'Atlético ha speso 61 milioni ma ne ha incassato 80...cioè ci ha guadagnato in abbondanza, e se in più siamo quasi tutti d'accordo nel dire che l'Atlético di quest'anno certamente non è inferiore a quello della scorsa stagione e anzi probabilmente è superiore, non vedo dove stia la mancanza di criterio nel mercato colchonero.

Se poi perdi il Kun e devi sostituirlo, prendi il meglio che trovi sul mercato, e il meglio secondo me era Falcao. Non avrebbe avuto senso spendere meno (che ne so, 15 milioni o giù di lui) per un attaccante forte ma meno del colombiano. Tipo un Osvaldo, che è bravo ma vale a malapena un mignolo del Kun ed è inferiore (ne sono certo) a Falcao.

@ superatleti

Ciao!
Seguo i tuoi punti.

1. Ma sì, Manzano è un buon allenatore, la sensazione del suo ingaggio era spiacevole solo all'inizio, la squadra è comunque rinnovata e ha tutti i margini per migliorare questa squadra. Però che un allenatore venga scelto come ruota di scorta (perchè hanno cercato altri prima di lui...anche se ora non mi ricordo chi erano questi altri!) non è mai un buon inizio. Tipo Gasperini all'Inter: bravo allenatore, ma se ti scelgono dopo che tutti gli altri hanno rifiutato parti già svantaggiato.

2. Io ho avuto la sensazione che qualcosa si fosse rotto fra Forlan e l'Atlético la scorsa stagione, non solo con Quique che ora non c'è più, ma anche con i tifosi. Poi lessi pure un articolo su El Pais da mettersi le mani nei capelli, dove dicevano che praticamente i compagni si erano messi d'accordo per non passargli il pallone... Forse era lui il primo a voler cambiare aria.
Per quanto riguarda il prezzo, io credo che difficilmente si possa ottenere molto di più da un giocatore che ha passato la trentina, per quanto sia forte.

3. Io credo che i movimenti di Diego, Reyes e Turan siano più che compatibili. Potrebbero esserlo meno se il resto della squadra non apre loro bene il campo con adeguati movimenti in ampiezza (penso ai terzini) e in profondità (penso a Falcao). Ma anche qui mi sembra ci siano le basi.
Piuttosto, a me preoccupa di più la zona alle spalle dei trequartisti, la mediana. Secondo me Manzano deve a tutti i costi puntare su Koke accanto a Tiago, altrimenti Mario Suarez, Gabi e Assunçao non sono all'altezza, anche se un Diego ritrovato darebbe i tempi a tutta la squadra e sgraverebbe di responsabilità anche Gabi & C. Però se puoi migliorare in un ruolo (perchè Koke è inconfutabilmente migliore di quei tre), perchè non farlo?

@ Kopke

Demichelis pure al Malaga non è che abbia giocato particolarmente bene (a parte una fantastica prestazione nella vittoria in casa dell'Atlético), però...è un giocatore di qualità e personalità di cui Pellegrini per il momento non può fare a meno.

12:19 PM  
Blogger valentino tola said...

@ DVM

Secondo me i dirigenti del Villarreal quella riflessione di 2,5 secondi l'hanno fatta eccome, e l'hanno rifatta quest'estate. Torniamo al discorso di prima...il mercato offre pochi grandi attaccanti "già fatti", ancora meno al Villarreal (che può spendere di meno dell'Atlético), per cui o 40 milioni per Falcao oppure ti tieni il Rossi di turno, anche se ti offrono un pacco di soldi dall'Inghilterra. Se oltre a Cazorla il Villarreal avesse ceduto Rossi la sua stagione sarebbe stata già finita in anticipo.

Mi dispiace per il Mallorca, sulla base di quanto visto nella prima giornata si sarebbe potuto vedere qualcosa di interessante, anche se sarebbe stata comunque una squadra spuntata. Laudrup è un ottimo allenatore.

@ Hincha

Balenziaga mi era piaciuto la prima partita, perchè un paio di volte si era sovrapposto e non aveva crossato in curva, ma da qui a definirlo uno dei giovani di miglior prospettiva...

Rispondo alle tue domande considerando tutte e 20 le squadre, in attesa di pubblicare la seconda parte.

Possibile sorpresa: Betis.
Possibile delusione: Villarreal.

Ti indico le possibili rivelazioni, non solo fra i nuovi acquisti:

Salva Sevilla e Montero (Betis), Weiss (Espanyol), Sarabia (Getafe), Isco (Malaga), Botelho (Rayo Vallecano, e aggiungeteci pure un punto esclamativo), Jordi Alba (Valencia, altro punto esclamativo, anzi due).

Errori: i canterani che il zaragoza ha preso da Madrid e Barça, Juan Rodriguez (Getafe), forse Romaric (Espanyol). Più difficile comunque segnalare gli errori, perchè si sa che in estate son tutti fenomeni.

12:54 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Hellas

Per me Hulk è un po'sopravvalutato. E' più appariscente, molto più appariscente, di Falcao, più tecnico anche, ha una forza fisica impressionante, ma trovo che la sua intelligenza calcistica sia un po'limitata. Quella di Falcao invece, nel suo ruolo da centravanti che tocca mezzo pallone, è notevole, e insomma ritengo sia il colombiano quello forte dei due. Poi entrambi vanno calati nel contesto, e in quello dell'Atlético quanto a utilità stravince Falcao. L'ultima cosa di cui aveva bisogno l'Atlético era un'altra pseudo-seconda punta che venisse a prendersi il pallone sulla trequarti, lo tenesse e partisse per puntare l'avversario. Se hai già Turan, Diego e Reyes (e io quest'ultimo sulla destra, nella sua forma migliore, manco morto lo cambio con Hulk), quello che ti serve è un centravanti vero che giochi sui difensori centrali avversari, che li tenga sul chi vive dettando la profondità oppure con tagli dal centro verso la fascia...che li porta via, li faccia retrocedere di qualche metro regalando spazio prezioso sulla trequarti a Diego, Reyes e Turan, che con un Hulk correrebbero più il rischio di pestarsi i piedi.

Infine, credo che tutti gli attaccanti di cui dispone il Barça attualmente siano superiori a Hulk, e non di poco. Poi non vedo neanche carenze atletiche particolari nell'attacco blaugrana: Alexis, Messi e Pedro hanno un'esplosività muscolare impressionante, per il resto i centimetri importano molto poco.

Neymar mi sembra diverso da Robinho, che è un attaccante molto più di manovra (uno squisito attaccante di manovra, che fa giocare meglio i compagni: per anni, l'equivoco con Robinho è stato considerarlo un solista appena uscito dal circo, solo perchè dribbla facendo tutte quelle finte). Neymar per il momento (perchè alla sua età ha il tempo non solo per arricchire, ma per modificare pure il proprio gioco) mi sembra più un giocatore di spunti, e in fase di accelerazione più che di costruzione della manovra come Robinho (uno può essere determinante nella costruzione della manovra anche giocando seconda punta, non solo nella posizione di Xabi Alonso).
Rispetto a Robinho, è ancora più rapido,molto più rapido. Anzi, devo dire che sul breve è uno dei giocatori più rapidi che abbia mai visto, forse pure più di Messi.
Sul fisico di Neymar mi sembra si debba lavorare soltanto per preservarlo così com'è. Farne un culturista sarebbe un crimine contro il calcio. Lui deve restare leggero così com'è, perchè sui primi metri se è ispirato semplicemente non lo vedi. Anche in allungo comunque mi sembra che regga.
La sua maturazione a mio avviso passa più per una miglior comprensione del gioco di squadra che per il fisico.

Lucas l'ho visto pochi minuti solo in Copa America.

12:55 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Hellas (seconda parte)

Rafa Alcantara: anche io due-tre volte (massimo quattro, va'). Troppo poco per giudicarlo, al di là di alcune giocate che son sotto gli occhi di tutti (tipo il secondo gol al Cartagena domenica).
Espinosa lo ricordo come rincalzo nell'Under 17 del Mondiale 2009, anche lui troppo poco per giudicare. Come prima impressione, il suo ruolo dovrebbe essere simile a quello di Iniesta: mezzala o falso attaccante esterno, che si trova comodo sia a superare il centrocampo avversario con accelerazioni palla al piede che a smarcarsi tra le linee qualche metro più avanti.

Riguardo al Barça B, aggiungo un appunto: Jonathan dos Santos ormai è sprecato. Capisco che non possa trovare alcuno spazio in prima squadra (anche se non è inferiore a Busquets), però la Primera la merita. In prestito, farebbe la fortuna di un Getafe o anche del Villarreal che ha ceduto Matilla.

Io la nazionale non l'ho vista in queste ultime partite, perchè non contano proprio nulla, e seguirle è un po' una perdita di tempo.
Del Bosque comunque non si renderà mai conto che uno fra Xabi Alonso e Busquets è di troppo (indovinate un po' chi è quello di troppo? Se volete vi do qualche indizio...), mettiamoci il cuore in pace.
Per il terzino sinistro, più che aspettare José Enrique incrocio le dita per Jordi Alba.

@ Flavio

Siamo d'accordo su Falcao, e anche sulla tua considerazione sul centravanti puro. Sta diventando una specie rara perchè si tende a giocare con meno punti di riferimento possibile, però va detto che per avere giocatori che si scambiano le posizioni e non danno punti di riferimento, devi SEMPRE avere qualcuno in un'altra zona del campo che ti "tiene" una posizione, blocca l'avversario diretto e permette ai suoi compagni di scambiarsi le posizioni quanto vogliono. Altrimenti possono scambiarsele fino alla noia, ma la squadra nel suo insieme non guadagna campo.
C'è chi "fissa" queste posizioni con un centravanti come dovrebbe fare l'Atlético con Falcao, e c'è invece chi fissa con le ali, come fa il Barça senza centravanti di ruolo, ancora di più enll'uscita col Villarreal, dove Pedro e Alexis hanno fatto praticamente i guardalinee regalando un sacco di spazio a Messi, Fabregas e Iniesta per andare dove pareva a loro.

12:55 PM  
Blogger Flavio said...

"Poi non vedo neanche carenze atletiche particolari nell'attacco blaugrana: Alexis, Messi e Pedro hanno un'esplosività muscolare impressionante, per il resto i centimetri importano molto poco."

D'accordo tutta la vita, ma una prima punta, meglio se di movimento, darebbe all'attacco del Barça qual qualcosa in più, almeno in temini di imprevedibilità in determinati contesti; avrei preso un buonissimo giocatore, non un campione, non ingombrante, non costoso che accetta la panchina, al caso utilizzabile anche sull'ala: Adrian Lopez sarebbe stato a mio avviso l'ideale; Forlan invece troppo ingombrante, Negredo troppo costoso e poi come giustamente dicevi tu, è meglio per tutti che resti a Siviglia per giocare con continuità (anche per la nazionale dove sta facendo davvero bene) e per non togliere un altro giocatore importante alle altre, e quindi interesse per questa Liga.

Sul discorso Barça-terzino sinistro che tu hai citato nella tua analisi, avrei fatto lo stesso discorso, prendendo quindi un modesto ma utilissimo lavoratore, non un campione, insomma uno molto simile ad Abidal: parlo di Mathieu, giocatore molto tenace, resistente, veloce e anche dotato fisicamente, cosa che non guasterebbe come "anomalia" nel sistema Barça.

Con questi due acquisti, di certo non costosi, ingombranti, o di nome, il Barça avrebbe avuto una rosa davvero completa sotto tutti i punti di vista.

1:21 PM  

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